di Barbara Berti
"Riprende l’Insorgiamo tour, perché convergere e insorgere rimangono un’urgenza". Con un post su facebook, il Collettivo di Fabbrica - Lavoratori Gkn annuncia la ripartenza dell’Insorgiamo Tour proprio alla vigilia del tavolo di crisi convocato al Mise per domani. La fabbrica di Campi, dove fino all’estate scorsa si producevano semiassi, ha cambiato proprietario: alla Gkn Driveline Firenze è subentrato l’imprenditore Francesco Borgomeo per procedere alla reindustrializzazione del sito. Domani al Ministero dello sviluppo economico ci sarà un incontro sull’accordo-quadro per definire i percorsi di garanzia per affrontare il percorso di reindustrializzazione. E uno dei pilastri dell’accordo riguarda, appunto, gli ammortizzatori sociali, ovvero l’attivazione della cassa integrazione (adesso, quindi, gli operai sono senza stipendio).
Vista la situazione, le tute blu sono sempre in assemblea permanente e continuano la mobilitazione tanto che ieri una delegazione ha preso parte alla manifestazione contro il licenziamento di due delegati Usb della Cso di Scandicci. "La fabbrica a oggi è stata salvata solo parzialmente - scrive il Collettivo su facebook -. Nei fatti Gkn Firenze è stata smantellata, verrà ridotta a una scatola vuota, per poi essere riempita forse da nuove produzioni. Governo e Stato non hanno ritenuto loro prerogativa salvare una fabbrica nuova, né intervenire sullo smantellamento dell’automotive. Non ne siamo affatto stupiti".
Secondo il Collettivo "da qua alla cosiddetta reindustrializzazione, quindi, ci saranno almeno due anni di incertezze e di ammortizzatore sociale. Sarà un processo lungo e complesso, su cui dovrà tenersi alta l’attenzione e l’intelligenza collettiva". Per cui, secondo gli operai è importante non disperdere quanto fatto dal 9 luglio (giorno della chiusura della fabbrica) perché "la salvezza individuale non esiste. E non esiste nemmeno la salvezza della singola fabbrica in un Paese che non è salvo". In poche parole, "adesso che abbiamo detto ‘Insorgiamo’, non abbiamo intenzione di tornare indietro sia per la fabbrica di Campi sia per le altre vertenze aperte in Italia. "Questo Insorgiamo a oggi è stato molto di più di quanto era lecito aspettarsi da una singola vertenza di fabbrica, ma molto meno di quanto sarebbe necessario per cambiare il Paese. E forse mai sarà in grado di farlo. Ma noi possiamo solo rimetterci in cammino" sostiene il Collettivo di Fabbrica annunciando "la proposta di fare una data di convergenza su Bologna già a inizio febbraio. E di essere l’11-12-13 febbraio Puglia (Bari, Lecce, Taranto) e in Calabria (Cosenza e città da definire)" scrive ancora il Collettivo di Fabbrica chiedendo a tutti di tenersi liberi per una grande iniziativa a marzo.