Hanno risposto in più di mille all’appello di ‘Sarà festa o rabbia’, l’assemblea organizzata dai lavoratori della ex Gkn che si è svolta ieri in piazza Poggi. Un migliaio di persone che hanno sfidato la pioggia e il freddo di quella che è stata la prima, vera domenica invernale per ribadire il concetto che da sempre, da quando la vertenza è iniziata, è la ‘bandiera’ degli operai dello stabilimento di Campi: "La lotta va avanti, ora il consorzio". Concetto ribadito dal Collettivo di fabbrica che, in una nota, ha evidenziato la volontà dell’assemblea.
"Non ci lasciamo piegare dal logoramento, nonostante questo sia una realtà concreta, fatta di mancanza di reddito e immobilismo". Una giornata, quella di ieri, che ha registrato, fra gli altri, gli interventi di altri, Elio Germano, Francesca Coin e Christian Raimo, che hanno ripercorso "questi tre anni di lotta operaia e gli scenari sindacali, culturali e politici che ha aperto nella collettività, che ancora una volta si è stretta attorno al Collettivo di fabbrica". Quella di piazza Poggi, infatti, era la seconda assemblea dell’azionariato popolare della ex Gkn, l’ennesimo appuntamento di quella che in realtà è "l’assemblea permanente operaia più lunga della storia".
"Ci prepariamo a resistere all’inverno – queste le conclusioni della giornata di ieri -, chiediamo la nascita di un consorzio industriale, per dare gambe al progetto di riconversione ecologica della fabbrica". La battaglia che gli operai portano avanti fin dall’inizio, da quell’inizio di luglio del 2021 in cui arrivarono le mail che annunciavano i licenziamenti: "Il nostro piano industriale però non può rimanere sospeso per un tempo indefinito", ci tengono a dire. L’attenzione poi si sposta al futuro, che tuttavia resta sempre incerto: "I prossimi mesi saranno di resistenza, prima di tutto mutualistica - hanno detto gli operai - considerando che siamo da undici mesi senza stipendio e senza ammortizzatori, con il paradosso che abbiamo un piano industriale senza fabbrica e una fabbrica senza piano industriale". L’alternativa? "Noi saremo una fabbrica socialmente integrata o saremo i semi sotterrati delle future fabbriche socialmente integrate". Infine, l’assemblea di ieri chiede alle istituzioni atti concreti, a partire dallo stipendio "a cui abbiamo diritto, come ribadito da diverse sentenze. La legge regionale è finalmente in discussione, ora occorre lavorare pancia a terra sul consorzio industriale, per dare un futuro a un progetto che interessa a un’intera comunità", concludono.
Pierfrancesco Nesti