"Fare luce sui soldi che girano all’interno della presunta lotta insorgiamo". Ma anche "indire al più presto le elezioni per il rinnovo di Rsu perché quella in carica è abusiva da un anno". All’indomani dell’iniziativa - ‘corteo-assemblea-concerto per una comunità-lotta-classe dirigente’ - del Collettivo di Fabbrica ex Gkn, un gruppo di lavoratori Qf (lo stesso che tempo fa chiese e ottenne un incontro con il presidente della Regione) scrive una lettera al governatore Eugenio Giani e ai sindacati per dissociarsi dall’operato dell’attuale Rsu e riportare l’attenzione sulla mancanza di stipendi e ammortizzatori sociali. "La promessa fatta ieri (domenica scorsa, ndr) in piazza Poggi ‘la lotta va avanti, ora il consorzio’ ci suona come un ricatto per tenerci senza stipendio per molto tempo ancora’ scrivono i lavoratori Qf, scettici dell’iniziativa. "La Rsu ex Gkn e la sua fantasiosa cooperativa Gff, composta da soli quattro dipendenti Qf, non ha alcun piano industriale, sede produttiva, dei veri finanziatori ma solo 1.300.000 euro di presunte promesse" scrivono.
"Gli unici veri soldi che la Rsu sa gestire sono le varie donazioni dei cittadini per i lavoratori Qf, soldi che la Rsu senza presentare mai un bilancio scritto pensa bene a spendere nei vari tour insorgiamo, compreso il tour in Germania durante gli Europei di calcio 2024, oppure stipendiare con le stesse donazioni il presunto presidio dando 20 euro giornalieri a tutti coloro che partecipano compreso chi non è più dipendente Qf. Tutto questo a dispetto della maggioranza dei lavoratori che non ha un stipendio da undici mesi. Crediamo che ci siano elementi sufficienti perché la Procura faccia luce sui tanti soldi che girano all’interno della presunta lotta insorgiamo" si legge nella lettera. Secondo i lavoratori Qf l’attuale Rsu "tiene in ostaggio la vertenza". Prima, scrivono ancora, "se ne sono impossessati, poi l’hanno ridicolizzata e alla fine l’hanno trasformata in un harem politico per il clima, Cospito, Alitalia, la Sapienza, Texiprint, vari alluvioni, ecologica, anti Tav, anti inceneritore, Palestina, Ucraina, vuoti progetti di reindustrializzazione dal basso, ultimatum e proposte di leggi regionali eccetera eccetera".
I lavoratori Qf sostengono che l’atteggiamento della Rsu ha contribuito all’emorragia di licenziamenti forzati: "La loro follia a dire sempre di no, è costata finora 305 posti di lavoro su 423 dipendenti in forza il 9 luglio 2021. La stessa ex-Rsu che ora piange e prega un ammortizzatore sociale, in passato e senza il mandato dell’assemblea dei lavoratori, ha sempre detto no a qualsiasi tipo di cassa integrazione".
Per questo i lavoratori Qf chiedono a Fiom, Fim e Uilm di indire le elezioni per il rinnovo della Rsu dato che l’attuale è scaduta dal 3 dicembre 2023 (dei sette eletti, tre non sono più a libro paga di Qf): visto che oggi “la Rsu è composta totalmente da iscritti Fiom-Cgil e in virtù del fatto che la stessa Fiom appoggia l’assemblea permanente, crediamo che debba rispettare per prima le regole della democrazia e fare votare i lavoratori". Quindi gli scriventi si rivolgono alle istituzioni per “riaprire il dialogo con Qf a beneficio di tutti i lavoratori e non solo per i soliti quattro avventurieri politici pieni di progetti vuoti".
Barbara Berti