Non si placa il braccio di ferro fra i lavoratori dell’ex Gkn di Campi e l’attuale proprietà Qf sul pagamento della cassa integrazione. A maggio era stato annunciato il via libera all’ammortizzatore straordinario per tutto il 2023. Nella pratica i soldi – una piccola ma importante boccata d’ossigeno visto che gli operai non riscuotono da ottobre scorso – sarebbero dovuti arrivare in tempi rapiti, già a inizio giugno. Così non è stato e ieri si è svolto un presidio degli operai alla sede Inps per comprendere le ragioni dell’incaglio della pratica. Al termine dell’iniziativa, e a seguito di un confronto con i responsabili della sede dell’istituto, i lavoratori del Collettivo di fabbrica fanno sapere in una nota: "Nessun problema burocratico, almeno secondo l’Inps, ma una azienda che non trasmette tutto il necessario per permettere il pagamento di tutti i mesi arretrati (soldi pubblici)". Secondo il Collettivo "Qf continua a giocare con i nervi di famiglie ostaggio di logiche poco chiare, torbide. La burocrazia amministrativa fa da scudo, volontario o no, a queste logiche". La manifestazione delle tute blu campigiane arriva a stretto giro da un altro evento importante per il futuro della fabbrica: domenica scorsa oltre cento persone tra solidali, operai e delegati sindacali hanno partecipato alla giornata organizzata al presidio sul mutualismo e l’autorecupero delle imprese come strumenti per uscire dalle crisi aziendali. "Le finte reindustrializzazioni sono una tattica per arrivare alla chiusura delle aziende – tuona Dario Salvetti della Rsu ex Gkn – l’obiettivo è lo svuotamento dello stabilimento, che passa per finte promesse di reindustrializzazione. Abbiamo bisogno di un ammortizzatore sociale e lo vogliamo subito con tutti gli arretrati".
Barbara Berti