PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Ex Gkn, un altro giorno a nervi tesi. Il liquidatore: "Fabbrica non sicura". Arrivano i vigilantes, ira degli operai

La presenza di guardie giurate private nello stabilimento fa infuriare i lavoratori: attimi di tensione . Protesta la Fiom: "Perché la proprietà ha lasciato personale a presidiare quando ci sono già i dipendenti?".

Ex Gkn, un altro giorno a nervi tesi. Il liquidatore: "Fabbrica non sicura". Arrivano i vigilantes, ira degli operai

Ex Gkn, un altro giorno a nervi tesi. Il liquidatore: "Fabbrica non sicura". Arrivano i vigilantes, ira degli operai

La lunga giornata di tensione alla ex Gkn, ora Qf in liquidazione, prima dell’assemblea dei lavoratori che si è svolta dopo cena all’interno della fabbrica, si è chiusa poco dopo le 18.30. Ovvero quando gli ultimi Rspp, una sorta di bodyguard (in tutto erano sei), hanno lasciato lo stabilimento di Campi fra le urla di scherno degli operai. Fin dalla mattina, infatti, come denunciano Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze, "il liquidatore di Qf, Gianluca Franchi, l’avvocato, il capo del personale e altre due persone, una delle quali si è identificata come nuovo Rspp, sono entrati dentro lo stabilimento". "Non ci è invece chiaro per quale motivo – hanno aggiunto -, dopo aver trascorso alcune ore all’interno della fabbrica, la proprietà abbia deciso di lasciare due persone per svolgere ‘attività di monitoraggio’...". Con il culmine della tensione che c’è stato a metà pomeriggio quando è nata una colluttazione, subito sedata, fra alcuni operai e un gruppetto delle ‘body-guard’ che comunque sono state invitate a spostarsi dall’altra parte della strada per evitare che la situazione potesse degenerare. Tutto questo a pochi giorni dall’incontro di martedì 26 marzo al Mimit al quale anche la proprietà avrebbe garantito di essere presente. "Bodyguard dentro e attorno l’azienda. Il liquidatore – dicono dal Collettivo di fabbrica - è entrato nella piena tranquillità dimostrando la piena agibilità dello stabilimento. L’opinione pubblica è stata presa in giro per mesi. Ma con lui l’azienda ha insediato una ditta di investigazione privata presso il presidio. Questo avviene proprio quando si facevano passi avanti sul terreno della reindustrializzazione".

Sconcerto e rabbia fra i lavoratori, mentre il sindaco di Campi, Andrea Tagliaferri, parla apertamente di "provocazione in vista del tavolo di martedì a Roma, una provocazione che si poteva evitare". Sulla stessa lunghezza d’onda anche Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro del presidente Giani, sopraggiunto in serata: "La proprietà ha voluto dimostrare, in modo provocatorio, che l’azienda è occupata". La replica dell’azienda non si è fatta attendere ed è arrivata con una nota firmata dallo stesso liquidatore in cui tuona "che un folto gruppo di persone non qualificate e in gran parte estranee all’azienda ha impedito l’ingresso all’elettricista e al personale incaricato dall’azienda. Spiace constatare che il tutto è avvenuto alla presenza del sindaco di Campi che ha ritenuto questi episodi pienamente legittimi". Mentre la Fiom Cgil ribadisce che "da oltre due anni la messa in sicurezza della fabbrica è garantita dai lavoratori, che ormai da quasi tre mesi non percepiscono né stipendio né sono coperti da ammortizzatore sociale".