Una commedia molto divertente, dal ritmo comico incalzante che si interroga con leggerezza ed emotività sul senso della vita. Ecco ’Ma cosa ha in testa?’, lo spettacolo che debutterà il 4 gennaio (ore 21) al Teatro Puccini di Firenze (per poi approdare a Roma, al teatro Vittoria dal 9 al 19 gennaio), con protagonisti Fabio Canino e Andrea Muzzi, due toscanissimi guidati alla regia da Stefano Messina.
Cosa racconta lo spettacolo?
Canino: "È la storia di due persone che si sono smarrite e che, nella loro confusione strampalata, si incontrano. In pratica è l’incontro di due solitudini da cui nasce un bel messaggio, profondo e autoironico".
Muzzi: "A livello comico lo smarrimento è divertentissimo. Ma nella quotidianità è uno stato d’animo sempre più comune che riguarda gli adulti, noi cinquantenni, ma pure i giovani".
Abbiamo, dunque, due uomini alle prese con la crisi di mezza età?
Muzzi: "Sì, c’è il signor Marini, ovvero Fabio, che ha appena compiuto 50 anni e che decide di rivolgersi per la prima volta a uno psicologo – interpretato da me – che, però gli aumenterà le incertezze visto che anche lui ’ha sbandato in curva’, è un uomo che ha smarrito i punti cardinali nella vita. Nello studio si ritrovano così due persone, in pratica due facce della stessa medaglia".
Canino: "Il signor Marini e lo psicologo si rimpallano dubbi e paure. Se prima i timori erano legati all’età che avanza o alle difficoltà di non arrivare a fine mese, adesso ci sono anche altri tipi di paure perché non sappiamo cosa accadrà domani. Vedi le guerre in corso o le malattie che arrivano all’improvviso".
Come fare, quindi, a superare tutte queste paure?
Canino: "Parlare, confrontarsi, chiedere aiuto agli altri, ma anche a un terapeuta. Non tenersi dentro il buio: questa è la cura al malessere esistenziale. In una chiave divertente, lo spettacolo in fondo è un po’ come una terapia di gruppo. Credo che l’analisi dovrebbe essere obbligatoria per tutti ma soprattutto dovrebbe esserlo per i nostri politici: non possiamo pagare noi le loro turbe una volta eletti (ride, ndr)".
Muzzi: "Lo psicologo e il paziente arrivano a una consapevolezza: il vero elisir della giovinezza è la leggerezza. Non bisognerebbe mai perdere la voglia di sorridere, nemmeno nei momenti più cupi della vita".
Come nasce lo spettacolo?
Muzzi: "Il testo che ho scritto è vagamente ispirato a una sceneggiatura che realizzerò a primavera del 2025, per il cinema ’Il tempo delle mele cotte’, ma è anche inconsapevolmente la storia dell’amicizia tra me e Fabio. Anche noi ci siamo persi e dopo oltre 25 anni ci siamo ritrovati, all’insegna della leggerezza e dell’umorismo, trade union della nostra amicizia".
Canino: "Ci siamo conosciuti al Teatro di Rifredi, all’inizio degli anni Novanta, per lo spettacolo ’Il giornalino di Gian Burrasca’, una produzione della compagnia Pupi e Fresedde. Al di là del lavoro, insieme ci divertiamo come due compagni di banco".
Cosa vi porterà il 2025?
Canino: "Spero la pace nel mondo, per tutti. Personalmente tanto teatro ma voglio prendermi i miei spazi e scegliere soltanto le cose che mi piacciono. Ballando? Chissà se sarò ancora giurato...".
Muzzi: "Sono autore e sceneggiatore per una produzione cinematografica americana, sto lavorando al film ’Il tempo delle mele cotte’ e poi tanto teatro. Il testo ’Per futili motivi’ debutterà in Spagna e continuerò a portare in giro ’All’alba perderò’".