Una settimana fa all’ultimo consulto, in Consiglio comunale a Borgo San Lorenzo, al capezzale della ferrovia Faentina, c’erano i sindaci mugellani, c’erano i rappresentanti di Trenitalia e Rfi, c’erano i pendolari e c’era l’assessore regionale ai trasporti Stefano Baccelli. Ma nessuno si illudeva che d’improvviso cessassero ritardi e soppressioni. Che continuano costanti: anche ieri la pagina Facebook dei pendolari mugellani raccontava di convogli soppressi o in ritardo. Così adesso anche il sindaco di Marradi – che è presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello – alza la voce: "Quotidianamente - sbotta Tommaso Triberti - tanti studenti e lavoratori non riescono a raggiungere le scuole e i posti di lavoro: è successo l’altro ieri e anche ieri mattina. È inammissibile". E nota, non si sa se più amareggiato o arrabbiato: "Il trasporto ferroviario sulla Faentina non è un servizio, ma ormai un disservizio quotidiano". Il sindaco marradese non si limita all’ennesima protesta a fianco dei pendolari mugellani. Ma chiede provvedimenti immediati e concreti, e li chiede anzitutto alla Regione. "Non essendo più di fatto un servizio degno di questo nome – dice Triberti - chiediamo alla Toscana che preveda la sospensione degli abbonamenti e il rimborso totale di quelli già pagati". Qui non si tratta di erogare i bonus ai pendolari quando – praticamente sempre, ogni mese – il livello di puntualità scende sotto un certo limite.
Triberti vuole una sospensione degli abbonamenti, anche perché, dice, "i rimborsi finora erogati sono irrisori e non tengono conto della realtà". Quello che traccia il sindaco di Marradi non è un quadro drammatizzato: basta parlare con uno dei tanti pendolari – sono mediamente 1850 le persone che ogni giorno si muovono dal Mugello per recarsi a Firenze e poi tornare a casa – che usano la Faentina, per avere una rappresentazione reale di quel che accade, o che può accadere in ogni momento. "Salire su uno di questi treni – dice sconsolata una ragazza in partenza da Borgo San Lorenzo – è diventato una scommessa: sai quando parti, forse, ma non sai se e quando arrivi. Ed è un problema sempre più grave. Io ho un datore di lavoro ‘comprensivo’, che conosce la situazione, e quindi tollera i continui ritardi. Ma non per tutti è così, e comunque è un bel peso dover sempre recuperare ore". "Io tante volte ormai – dice un altro – ho pensato di prendere l’auto. Ma poi dove la parcheggio a Firenze? Però il treno è diventato un servizio inaffidabile. E vogliono mettere perfino lo Scudo Verde. Prima facciano funzionare i treni, prima ci assicurino vagoni sufficienti dove poter fare il viaggio a sedere e in modo puntuale, e solo dopo se ne potrà ragionare".
Paolo Guidotti