È un’altra conseguenza negativa della precarietà dei servizi della ferrovia Faentina: il ’Treno di Dante’ si ferma definitivamente, e i suoi vagoni storici ed eleganti non viaggeranno più tra Ravenna e Firenze, carichi di turisti. Ne ha dato notizia la società ’Il Treno di Dante’, con sede a Faenza, promotrice di questa iniziativa che, seppur avviata in tempi di Covid, aveva visto un crescente successo, con 12mila viaggiatori. "Purtroppo l’incertezza delle tempistiche di ripristino della linea non ci consentiva di continuare" spiega Davide Missiroli, responsabile della mobilità per il progetto. Sarebbe stato un problema organizzare viaggi e vendere pacchetti, e poi dover annullare tutto alla prima allerta meteo. "C’è tanta amarezza – aggiunge –. Era un progetto entusiasmante e importante da un punto di vista turistico, una grandissima novità e aveva dato ottimi risultati, non soltanto numerici ma anche di comunicazione del territorio".
Nel 2023 i primi viaggi avevano visto un boom di richieste, ma la terribile alluvione di metà maggio, e il lungo stop ai collegamenti tra Faenza e Marradi, avevano messo in ginocchio questo progetto, che aveva attivato convenzioni con 35 ristoranti e 38 hotel. Ripartirà il treno di Dante quando le centinaia di frane tra Marradi e Brisighella saranno sanate? "In un futuro – risponde Missiroli – se la parte imprenditoriale e gli amministratori si attiveranno, quando la Faentina sarà a posto, sarebbe possibile. Ma sarà un ripartire da zero: il ’Treno di Dante’ non è solo un treno, ma tutta una serie di relazioni da ricostruire".
Intanto dal Mugello, con la manifestazione di domenica, si è chiesto con forza che si intervenga e si intervenga presto per rafforzare la Faentina e sanarne le ferite. E ieri l’assessore regionale Stefano Baccelli ha annunciato l’apertura di una "cabina di regia" per affrontare i problemi della linea. Un’iniziativa che i sindaci mugellani accolgono favorevolmente, pur non mancando di chiedere concretezza. "È positivo che sia stata convocata la cabina di regia – dice Tommaso Triberti, presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello – ma chiediamo che essa possa essere allargata a tutti i soggetti firmatari del manifesto: amministrazioni, comitati pendolari, associazioni e sindacati". Anche Federico Ignesti batte sullo stesso tasto: "Bene il tavolo. Ma a noi non basta che sia garantito il servizio attuale, deve essere ampliato, e si deve metter mano alla gestione del servizio. E la Regione deve rendere disponibile quel milione e duecentomila euro per prevedere cinque nuove coppie di treni".
Paolo Guidotti