In teoria avrebbe ancora un anno e mezzo di mandato come primo cittadino, ma c’è chi dice che potrebbe tentare l’approdo in Regione. Al momento, però, Lorenzo Falchi è ancora saldamente al timone come primo cittadino del Comune di Sesto. Con lui parliamo dell’anno appena concluso e dei progetti futuri.
Che bilancio si può tracciare del 2024 per Sesto?
"Fare bilanci fermandosi a Sesto è difficile. Chiudiamo un anno segnato a livello internazionale dalla guerra e dalla violenza alle porte dell’Europa: il pensiero va alla Palestina, all’Ucraina, alla Siria, al Sahara Occidentale. Ancora più vicino a noi, le stragi sul lavoro in via Mariti e al deposito Eni di Calenzano. Per la nostra città non sono certamente mancati progetti e iniziative positive: il nuovo nido Mattei, i lavori di Palazzo Pretorio, 0/3 di Querceto, piscina, nuova Lucciola che si avviano a conclusione o entrano nella fase più intensa, oltre a un grande impegno su politiche sociali, scuole, cultura".
Due o tre progetti da sbalzare in particolare per il 2025?
"Sarà un anno di intensa attività, anche per le scadenze Pnrr del 2026. Oltre alla Lucciola nei primi mesi del 2025 apriremo la nuova sede di Felicittà, centro per disabili in età scolastica nel vecchio 0/3 di Querceto, e la nuova sede del Commissariato di Polizia in via Savonarola, un intervento atteso e per cui la nostra amministrazione ha lavorato molto".
No all’aeroporto, no alla quotazione in borsa della multiutility, no al partner privato per Publiacqua: lei è considerato il portavoce o il capitano, come qualcuno l’ha definita, dei sindaci ribelli. Si riconosce in questo ruolo?
"Sono stato eletto nel 2016 con un programma che su tanti temi, come ad esempio i beni comuni e l’acqua, anticipava le posizioni che ora sono patrimonio comune con tante altre amministrazioni. Non siamo sindaci ribelli, siamo sindaci che si sono impegnati con i loro concittadini e che portano avanti quegli impegni: acqua pubblica, no alla finanziarizzazione dei servizi pubblici e sì al Parco della Piana. Mi fa piacere che Sesto possa essere un riferimento su questi temi e sulla capacità di ricostruire, dopo anni complessi, una prospettiva progressista, di sinistra, radicale in molte scelte e capace di governare bene".
Questione sicurezza: perché sembra così contrario alle telecamere?
"Mai stato contrario, in questi anni la nostra città si è dotata di un moderno sistema che monitora i principali snodi stradali, il centro, le aree artigianali e industriali, il polo scientifico, oltre all’utilizzo di fototrappole per sanzionare gli abbandoni di rifiuti. Io contesto un’idea di sicurezza sbagliata e semplicistica che punta solo sulle telecamere dimenticando che sono dispositivi che costano molto e che rappresentano solo un ausilio ad alcune indagini ma non certo la soluzione per una città sicura".
Da mesi circola la voce di una sua candidatura in consiglio per le prossime regionali e in tal caso dovrebbe terminare prima il suo secondo mandato come sindaco: è una voce fondata, ci sta pensando o no?
"In molti insistono per un mio impegno in Regione, ma al momento la mia concentrazione è solo per Sesto, per l’attuazione del programma che stiamo realizzando con la giunta e le forze politiche di maggioranza".