CARLO CASINI
Cronaca

Firenze, la famiglia Fanfani da 70 anni al mercato dell'Isolotto

Il Comune consegna un attestato alla terza generazione allo storico banco. E già s'affaccia la quarta. "La mattina in piazza dell'Isolotto, il pomeriggio nei nostri campi di Sollicciano, la notte all'ingrosso; ma lo abbiamo sempre fatto con passione"

La famiglia Fanfani con l'assessore Bettarini e il presidente di Quartiere Dormentoni

La famiglia Fanfani con l'assessore Bettarini e il presidente di Quartiere Dormentoni

Firenze, 15 novembre 2023 – È il banco più antico del mercato dell’Isolotto, anzi è più antico del quartiere stesso dell’Isolotto: è l’ortofrutta della famiglia Fanfani, che oggi, alla terza generazione – ma già collabora anche la quarta – compie settant’anni. Quasi tre quarti di secolo al centro della piazza del quartiere per antonomasia della periferia fiorentina d’Oltrarno, da quel novembre 1953 quando il capostipite Armando trovò il coraggio di lasciare il banco che aveva in affitto al Mercato centrale per mettersi in proprio in una periferia allora estrema che era ancora una scommessa.

Armando ha poi lasciato il banco al figlio Franco e a sua moglie Emilia Lofaro che a loro volta hanno ceduto il passo alle figlie Sonia e Sara, le quali oggi sono le titolari. E la nipotina Veronica, 23 anni, che per adesso ha scelto un’altra carriera, nel tempo libero dà però una mano. Stamani per tanta dedizione e passione hanno ricevuto un premio: il Comune di Firenze, per mano dell’assessore al Commercio e Attività produttive Giovanni Bettarini e il presidente di Quartiere 4 Mirko Dormentoni, ha consegnato loro una pergamena che ne attesta il valore per la città.

“Siamo stati i primi, si è visto crescere piano piano l’Isolotto intorno a noi – spiega emozionata la famiglia – C’erano ancora i cantieri, la piazza era in costruzione”. La cosa ancor più bella però è che qui oggi come allora la verdura è tutta a chilometro zero e autoprodotta, perché i Fanfani non sono solo ortolani, ma anche contadini di zona: “La verdura è tutta dei nostri orti di Sollicciano che ancora coltiviamo noi. La frutta no, perché non facciamo frutticultura, la prendiamo all’ingrosso, selezionando però la qualità”.

Certo qualcosa è cambiato in sette decadi, ed è il modo di fare la spesa: “Prima le persone avevano più pazienza – racconta Emilia – si intrattenevano di più, avevano tempo, ascoltavano le ricette. Ancora qualcuno lo fa, ma i più vanno di fretta, il mondo è diventato frenetico”.

Nonostante sia in riva d’Arno, il mercato non fu alluvionato: “Ci andò di lusso nel '66, l’acqua arrivò dalla parte opposta e si fermò al semaforo di via Torcicoda; ci si allagò solo un garage che avevamo lì”, ricorda Franco.

Quella dell’ortolano è un lavoro duro: “Ci si sveglia alle 2 di notte per andare all’ingrosso. Alle 6 si monta il banco. D’estate, quando le giornate sono lunghe si fa in tempo a fare un riposino il pomeriggio, ma d’inverno, quando fa buio presto, ci si sbriga ad andare a lavorare nei nostri campi finché c’è luce. Per questo i giovani non lo vogliono più fare, questo mestiere. Però le diciamo la verità: noi lo abbiamo sempre fatto con passione, nonostante tutte le fatiche”.

Sonia e Sara perciò continuano la tradizione con lo stesso entusiasmo e tanta riconoscenza, “perché babbo, mamma, nonni, ci hanno messo tanto impegno”. Veronica anche aiuta quando può: “lavoro in un’agenzia di formazione, ma il sabato vengo qui”. Sono tanti i giovani che però vengono a comprare: “Soprattutto il sabato, e siccome devono ancora imparare a cucinare, gli insegniamo noi come preparare i prodotti che acquistano”.

E non ha vissuto una sola piazza dell’Isolotto, ma ben due: il foro del rione infatti è stato completamente ristrutturato da due anni e mezzo, e seppur all’inizio la nuova disposizione del mercato avesse sollevato perplessità e polemiche tra gli esercenti, i Fanfani non hanno dubbi: “Ci piace la nuova piazza, ci troviamo bene”.

“È la prima volta che festeggiamo un banco del mercato che compie settant’anni, ormai alla quarta generazione – si congratula Bettarini consegnando la pergamena – Mantenere centrale il mercato è servito a mantenere la vitalità della piazza, ma tutto questo funziona perché ci sono famiglie come la vostra. Settant’anni sono tanti, vuol dire che ci avete messo passione e che questa passione è stata riconosciuta dai clienti, dalla comunità”.

“È un pezzo di storia bello e importante del nostro quartiere – commenta Dormentoni – Il commercio di vicinato ha una funzione di presidio sociale oltre che di servizio commerciale e ancora di più lo è il mercato. In questo banco c’è il passato, il presente e il futuro della piazza. Non a caso abbiamo mantenuto il mercato come elemento principale della vita della nuova piazza, con bella pensilina che gli ha dato ancor più valore. Inoltre è da apprezzare che questo banco è diventato un bell’esempio di imprenditoria femminile. C'è poi anche la sostenibilità, il km zero in questo banco grazie alla presenza di molti prodotti frutto dei campi degli stessi conduttori che si trovano nella zona agricola del Q4”.

Carlo Casini