
Il blitz dei Nas è scattato nella Chinatown di Milano
Firenze, 5 aprile 2017 - Avrebbero commercializzato, nel settore della chirurgia estetica, del falso botulino. Per questo la Procura di Firenze ha indagato dodici persone nell'ambito di un'inchiesta sulla vendita di farmaci non conformi. Si tratterebbe in pratica di farmaci contraffatti.
Il botulino è ampiamente usato nella chirurgia estetica. Si tratta della tossina botulinica di tipo A. Ma in questo caso il prodotto sarebbe falsificato e non si tratterebbe dell'originale, che viene commercalizzato da un'unica azienda in Italia. In parallelo, nella stessa indagine emerge un commercio non autorizzato in Italia di confezioni destinate alla Turchia. L'inchiesta è del Nucleo anti sofisticazioni (Nas) di Firenze.
Principale indagato della presunta associazione è un commerciante di farmaci di Vinci (Firenze), mentre perquisizioni sono state eseguite anche a Napoli, dove venivano prodotte fiale di "botulino falso".
Le confezioni, avrebbe ricostruito il Nas, erano smerciate a medici ignari, che le somministravano ai pazienti. L'inchiesta è nata perché uno di questi, constatato l'effetto nullo del botulino su una paziente, se ne era lamentato con la ditta commerciale ufficialmente autorizzata in Italia dalla casa inglese. La filiale italiana ha quindi fatto denuncia.
Nelle indagini, ancora in corso, campioni sequestrati a Napoli sono stati mandati dal Nas all'Istituto superiore di Sanità (Iss) per le analisi. Già in un primo reperto esaminato, secondo quanto emerge alla procura di Firenze, è stata accertata la totale assenza di tossina botulinica.
L'Iss sta proseguendo le sue verifiche, sia sui campioni contraffatti sia su quelli regolari per valutare composizione, natura, principio attivo e, soprattutto, se si tratta di sostanze pericolose per la salute.
Sull'altro fronte dell'inchiesta, il Nas ha trovato che l'imprenditore di Vinci sarebbe in contatto con una farmacia in Grecia da cui sembrano provenire farmaci al botulino destinati alla Turchia. La circostanza, però, avrebbe messo in evidenza che gli indagati commercializzavano a numerosi medici, non solo in Toscana, confezioni che risultano prive dell'autorizzazione sanitaria necessaria per la vendita in Italia. Sia i medici, sia la casa produttrice inglese risultano ignari di queste presunte irregolarità e gli accertamenti proseguono. Gli investigatori stanno esaminando i documenti sequestrati nelle perquisizioni. Tra i sequestri, anche 34.000 euro in contanti prelevati a un indagato di Napoli.