FIRENZE
Un botta e risposta acceso quello di ieri a Palazzo Vecchio. Da una parte i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, alcuni movimenti come Rete antisfratto fiorentina, Movimento di lotta per la casa, Sportello solidale casa e Unione inquilini e dall’altra l’assessore alla casa di Palazzo Vecchio Benedetta Albanese.
Tutto riguarda la situazione di una famiglia di cinque persone che è sotto sfratto: all’interno ci sono tre minori, di cui uno con necessità di supporto e per questo la famiglia si è rivolta alle Nazioni Unite proponendo formale istanza alla Commissione sui Diritti economici, sociali e culturali presso l’Alto Commissario dell’Onu. "In zona viale Redi, abita una famiglia di cinque persone che è andata in morosità incolpevole visto che padre e madre hanno perso il lavoro – ha spiegato Palagi -. Nella famiglia ci sono tre figli, di cui una minorenne e con problemi di apprendimento. Lo sfratto è previsto il 15 febbraio e l’Onu, in una lettera, è intervenuto nei confronti dello Stato, e dunque del Comune visto che lo sfratto è di competenza comunale, chiedendo di trovare una soluzione abitativa dignitosa, o, in assenza di questa, a chiedere di rinviare l’esecuzione dello sfratto". "Durante il Covid i due adulti hanno perso il lavoro e nel 2021 lo hanno ritrovato presso una ditta di pulizia", ha aggiunto Palagi. Albanese si è irritata facendo riferimento anche alle associazioni e definendo "paradossale che, chi disprezza le istituzioni e ne viola le regole occupando case, oggi entri nelle nostre sedi per parlare di leggi e diritti. Ed è grave che una forza politica presti loro il fianco". Sul tema il Comune, che sta mettendo in campo "risorse e progetti per dare risposte abitative al territorio", ha ricordato che la famiglia "non è in graduatoria emergenza sfratti per mancanza dei requisiti di legge". Sul caso specifico, ha replicato Albanese, "sono stati attivati tutti i canali per affrontare la fragilità con risposte adeguate, come sempre avviene nel nostro territorio".
Niccolò Gramigni