Firenze, 27 gennaio 2025 - Solo uno su tre eredita l’azienda di famiglia, ma quasi il 60% è figlio di imprenditori.
Giovani imprenditori a Firenze: una fotografia
Questo è uno dei dati principali emersi dall’indagine di CNA sui giovani con meno di 40 anni che fanno impresa nella Città Metropolitana di Firenze. Un’analisi che, tra criticità e segnali positivi, racconta le sfide e le ambizioni dei giovani fiorentini nel fare impresa.
Ad oggi, infatti, nella Metrocittà di Firenze, in base ai dati della Camera di Commercio, si contano 6.175 imprese guidate da under 35, un numero in calo del 26% rispetto al 2014.
La riduzione del numero di giovani imprenditori è direttamente collegata al calo demografico. Tra il 2010 e il 2024, la popolazione under 35 si è ridotta di circa 15.000 unità (dati Istat). Questo “inverno demografico” non può che avere ripercussioni sul tessuto imprenditoriale, riducendo il bacino di potenziali imprenditori.
Eppure, la voglia di intraprendere rimane forte: il 61,3% degli intervistati ha avviato la propria attività in modo indipendente, compiendo una scelta determinata e coraggiosa. Solo il 5,6% dichiara di essere diventato imprenditore per mancanza di alternative, mentre il 31,7% ha preso questa strada per realizzare le proprie aspirazioni o migliorare la propria condizione economica (10,2%).
Fierezza e sfide nella gioventù imprenditoriale
"Nonostante le difficoltà, i giovani dimostrano una straordinaria capacità di mettersi in gioco, di innovare e di costruire il proprio futuro. È un segnale di grande valore per il nostro territorio" commenta Niccolò Mannini, presidente dei Giovani Imprenditori di CNA Firenze.
Un dato rilevante è la capacità dei giovani imprenditori di strutturare attività solide. Il 41% degli intervistati è imprenditore di prima generazione, mentre il 32% ha rilevato l’impresa di famiglia. Nonostante la giovane età, il 15% dei giovani gestisce imprese con almeno un dipendente, mentre quasi la metà (46%) guida aziende con team composti da 2 a 10 collaboratori.
“Questi numeri smentiscono il pregiudizio secondo cui le imprese giovanili sarebbero costituite prevalentemente da freelance senza struttura. I giovani imprenditori dimostrano di saper costruire realtà solide, capaci di generare occupazione e innovazione. È un messaggio chiaro di fiducia per il sistema economico” sottolinea Mannini.
Difficoltà economiche e accesso al credito
Tra le principali difficoltà segnalate emerge l’accesso alle risorse economiche. Ben il 46,9% degli imprenditori ha avviato l’attività utilizzando mezzi propri o il supporto della famiglia (26,9%), mentre solo il 17,3% ha potuto contare sul credito bancario.
"La difficoltà di ottenere finanziamenti rappresenta un ostacolo strutturale che penalizza chi non ha risorse personali o familiari. È necessario che le istituzioni e il sistema bancario rendano il credito più accessibile per chi vuole mettersi in gioco" dichiara Lorenzo Cei, coordinatore CNA Giovani Imprenditori.
Inoltre, oltre l’86% dei giovani imprenditori non ha usufruito di incentivi pubblici per l’avvio d’impresa. Questo dato conferma la necessità di ripensare le politiche di sostegno per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo dell’imprenditoria.
Osservazioni sul mercato e future prospettive
Un altro aspetto critico riguarda il dimezzamento del numero di imprese acquistate sul mercato a partire dal 2004, anno in cui è cessato il regime di neutralità fiscale per le cessioni. Ad oggi, poco più del 6% dei giovani imprenditori ha scelto questa strada.
Nonostante le difficoltà, l’indagine CNA mostra che i giovani della Città Metropolitana di Firenze continuano a scommettere sul proprio futuro, dimostrando una forte volontà di fare impresa e di costruire percorsi professionali originali.
"La sfida ora è sostenere questa energia. Serve un maggiore impegno da parte delle istituzioni per supportare le imprese nella fase di avvio, nella crescita e nella transizione generazionale. Solo così si potrà garantire un futuro solido all’imprenditoria giovanile in un distretto economico, quello della Toscana centrale, che è tra i più competitivi d’Europa" conclude Cei.
Maurizio Costanzo