FdI e l’evento Pro Vita in Comune, ira Avs e Pd

Scontro a Firenze tra Fratelli d’Italia e Alleanza Verdi Sinistra - Ecolò sul tema dei diritti LGBTQIA+. FdI critica l'ideologia gender, mentre Avs denuncia limitazioni dei diritti e mancanza di basi scientifiche.

FIRENZE

"Fratelli d’Italia persegue la strada della limitazione dei diritti per le persone LGBTQIA+". Scontro in Palazzo Vecchio. L’affondo stavolta arriva dai consiglieri di Alleanza Verdi Sinistra – Ecolò Caterina Arciprete, Giovanni Graziani e Vincenzo Pizzolo e dal capogruppo dem Luca Milani. Il casus belli è l’evento del 22 ottobre a Palazzo Vecchio a cui prenderà parte l’associazione Pro Vita. Nell’avviso si parla della testimonianza della detransitioner Luka Hein, "testimonianza diretta del dramma e dei danni di cui sono vittime i minori che vengono spinti alla transizione di genere, proprio come rischiano i giovani italiani quando spinti all’approccio afferamtivo spesso senza le opportune visite mediche". All’appuntamento prenderanno parte Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus e i politici Alessandro Draghi e Diego Petrucci (FdI), Marco Stella (Fi) e in collegamento il senatore Maurizio Gasparri.

"Apprendiamo – si legge nella nota – che il gruppo di Fratelli d’Italia ha prenotato la sala Macconi delle conferenze stampa". "Il primo problema – argomentano i tre esponenti di Avs e il capogruppo dem – è di natura formale. La sala in questione è atta ad ospitare conferenze stampa, non eventi. Il secondo è invece di natura sostanziale. L’evento in questione è presentato come ‘grande campagna-verità per svelare i danni che l’ideologia gender arreca soprattutto ai più giovani, confusi sulla loro identità sessuale, indotti a credere di essere nati nel corpo sbagliato e spinti verso percorsi di transizione sessuale con terapie ormonali e devastanti interventi chirurgici".

"Ancora una volta, dopo che già aveva mandato gli ispettori del Ministero all’Ospedale di Careggi in merito ai percorsi per la disforia di genere, Fratelli d’Italia persegue la strada della limitazione dei diritti per le persone LGBTQIA+. Questa volta lo fa utilizzando una sede istituzionale per diffondere tesi e teorie prive di qualunque fondamento scientifico e che spesso sono unicamente da megafono per creare ulteriori discriminazioni".