EVA DESIDERIO
Cronaca

Cultura e arte con Ferragamo: un palazzo e la città, la mostra

Da domani fino ad aprile 2016 la rassegna che la famiglia fiorentina dedica a Firenze DI EVA DESIDERIO / LE FOTO

'Un palazzo e la città' (Umberto Visintini/New Press Photo)

 Firenze, 7 maggio 2015 - La storia dentro al Palazzo. Quello Spini Feroni in via Tornabuoni a Firenze, secondo per bellezza e possenza solo a Palazzo Vecchio, acquistato nel 1938 da Salvatore Ferragamo, genio non solo per la creatività delle sue calzature ma anche per la lungimiranza che oggi chiameremo di immagine e di marketing. Perchè appena tornato dall’America, dove aveva trionfato tra i divi di Hollywood, il calzolaio delle dive aveva scento fin dal 1927 di stabilirsi a Firenze e poi già nel 1933 aveva preso in affitto per i suoi laboratori artigiani proprio i piani nobili di questa “fortezza” di pietra che domina l’Arno davanti al Ponte Santa Trinita, piazzando i suoi artigiani sotto gli affeschi del Poccetti e gli stucchi dorati di Bolognini e Marcellini, con chiodi nei muri per appendere le mitiche forme di legno delle star e dei potenti di allora e le pelli.

Salvatore intuì la forza magnetica della bellezza del luogo voluto da Geri Spini, il banchiere di Papa Bonifacio VIII, sul finire del Duecento, dove la leggenda vuole che da allora sia proprio qui il Pozzo di Beatrice, ed ancora oggi lo si ammira, dove Dante Alighieri fu fulminato al cuore da Beatrice Portinari. Poi nei secoli mille e mille curiosità e fatti di vita e di storia e di cultura sotto le volte e i merli di Palazzo Spini Feroni che domani apre le porte del Museo Salvatore Ferragamo (e fino al 3 aprile 2016, oggi anteprima vip e istituzioni) per la mostra “Un Palazzo e la città” che la famiglia Ferragamo ha voluto dedicare a Firenze, in segno di amore e grande riconoscenza, nel 150° anniversario di Firenze Capitale. Anche perchè non tutti sanno che quando il Parlamento del Regno si insedio’ a Palazzo Vecchio qui si trasferì la sede del Comune che lo aveva acquistato nel 1846 per poi rivenderlo nel 1871 alla Cassa di Risparmio.

La mostra che celebra anche i 20 anni del Museo Ferragamo ed è ideata e curata da Stefania Ricci, che ne è la direttrice, e dallo storico dell’arte Riccardo Spinelli, con ampissimo apparato di ricerche e magnifici prestiti internazionali, con la scenografia sognante di Maurizio Balò, parte subito a ritroso nel tempo con l’esposizione di 900 scarpe femminili preziosissime e i video che svelano le magiche intuizioni di Salvatore. «Qui si racconta il rapporto particolare e interessantissimo tra il Palazzo e la città – spiega Stefania Ricci – e del lavoro di Ferragamo si esalta la potenza artigiana simbolo della cultura del fare. Perchè il bello nasce dal bello!». Il Palazzo Spini Feroni era sempre piaciuto al genio di Bonito, tanto da chiedere a Pietro Annigoni di riproporne le forme architettoniche sul coperchio delle sue scatole e poi nel 1961 al pittore Alvaro Monnini di disegnare un foulard, prodotto poi da Ratti, e ora rieditato in quattro colori d’impronta Pop proprio per questa esposizione.

UN VIAGGIO nel bello, nell’arte col primo piano e i suoi affreschi proiettati nel Museo e lo splendore della Cappella con l’Adorazione dei Pastori di Bernardino Poccetti, che piacerà ai fiorentini (che una volta al mese potranno salire al piano nobile per ammirare le opere d’arte previa prenotazione su espressa decisione della famiglia Ferragamo che per la prima volte apre questi spazi di lavoro e di rappresentanza) e sommamente ai turisti davanti al seicentesco Quaderno della Muraglia, che arriva dalla Biblioteca Nazionale, come alle vedute settecentesche dello Zocchi, e per finire stregati dai disegni preparativi e dalla riproduzione animata del celebre dipinto di Henry Holiday “L’ncontro di Dante e Beatrice” del 1883, da sempre icona della Firenze antica ed ideale, rappresentante del vero Spirit of Florence.

Tra le varie destinazioni anche quella di Hotel de l’Europe dove ha soggiornato l’intellighenzia dell’epoca e perfino sede del Gabinetto Viessieux, come poi negli anni Trenta di gallerie d’arte come quella di Luigi Bellini che esponeva i primi De Chirico. Ma forse la curiosità più intrigante della mostra al Museo Ferragamo è rappresentata dalla riscoperta di un cartografo e scienziato come Girolamo Segato che visse nella prima metà dell’Ottocento a Palazzo Spini Feroni con tanto di studio all’ultimo piano per i suoi esperimenti di imbalsamazione, dopo i suoi soggiorni in Egitto. Lo chiamavano per questo il Pietrificatore e il segreto delle sue ricerche è rimasto con lui nella tomba in Santa Croce.

IN MOSTRA c’è però il tavolino anatomico-patologico prestato dal Museo di Anatomia dell’Università di Firenze, un meraviglia di acero con intarsiati 214 pezzi anatomici umani e animali. Il mistero di Girolamo Segato torna a vivere così nei segreti di un Palazzo. E pare proprio già pronta la trama di un prossimo film su Firenze e i suoi segreti.