REDAZIONE FIRENZE

Caso Ferragamo, "Dovrà versare il mensile all'ex moglie nonostante le infedeltà di lei"

La vicenda che coinvolge l'imprenditore. Il suo matrimonio si è interrotto nel 2013

Ferruccio Ferragamo e Ilaria Giusti

Firenze, 4 settembre 2022 - «È stata infedele ma dovrà continuare a percepire l'assegno di mantenimento». E' la sentenza della Cassazione nel caso che coinvolge Ferruccio Ferragamo, erede della celebre maison e l'ex moglie Ilaria Giusti, da cui si è separato nel 2013. Una vicenda giudiziaria che si trascina da tempo.

Prima per la competenza riguardo alla causa di divorzio, ovvero se dovesse essere l'Italia oppure l'Inghilterra (dove la Giusti si è trasferita con il loro figlio ora maggiorenne) a gestire la questione. Poi per l'assegno di mantenimento che Ferruccio Ferragamo corrisponde all'ex moglie. L'avvocato della donna aveva depositato una querela contro l’imprenditore per violazione dei provvedimenti del giudice, chiedendo un forte intervento sul patrimonio dell’ex marito. 

Ferragamo aveva a sua volta firmato anche lui una denuncia: accusando la Giusti di appropriazione indebita, nello specifico di essersi portata via i mobili del bellissimo appartamento sui lungarni in cui la coppia viveva.

In Corte d'Appello nel 2020 ci fu la prima sentenza: Ferragamo avrebbe dovuto corrispondere un milione all'anno all'ex consorte. Adesso, nel 2022, in Cassazione, cui l'imprenditore aveva fatto ricorso, la conferma: nonostante le ripetute infedeltà della donna, le cui prove sono state prodotte da Ferruccio Ferragamo, l'imprenditore dovrà continuare a corrispondere l'assegno, anzi adeguandolo al costo della vita nel Regno Unito. 

Nella decisione della Cassazione c'è anche, però, un punto a favore dell'imprenditore toscano. L'addebito del divorzio potrebbe ora ricadere sulla consorte. All'iniziale tolleranza dell'uomo verso le infedeltà della moglie si sono sommate altre storie dell'ex prodotte in giudizio. Ferragamo aveva chiesto di essere ammesso a provare che a una prima relazione ne erano seguite altre, lasciando intendere che la sua tolleranza era nel frattempo venuta meno per la reiterata violazione del dovere di fedeltà. La parola ora passa ai giudici della Corte d'Appello di Firenze.