Firenze, 2 aprile 2019 - Nelle città del mondo globale si corre. Forse si pensa, facendo così, di affermare se stessi. Altri, i più, soprattutto nelle megalopoli dei Paesi cosiddetti in via di sviluppo, sono necessitati dall'urgenza della sopravvivenza, talvolta in forme brutali.
Nell'impero romano d'Occidente che si incrinava, dicono i demografi anche per effetto di malattie infettive, Benedetto da Norcia scelse l' "ora et labora", "prega e lavora", dando vita a un'esperienza monastica e a monasteri, intorno ai quali resisteva una via cristiana di civiltà e comunità di popolo si aggregavano.
Oggi - aveva intuito Pavel Evdokimov - il cuore dei monaci deve stare in città. Ma questo non vale solo per loro. "Orate" e condividere in modo solidale il lavoro e i suoi frutti è la strada da percorrere. Il Festival delle Religioni, che si svolgerà a Firenze dal 26 al 28 aprile, dopo la Pasqua, e il cui programma è stato presentato martedì mattina da Francesca Campana Comparini, dal sindaco Dario Nardella e dall'abate dei benedettini olivetani di San Miniato al monte padre Bernardo Maria Gianni, si riconnette all' "Orate" scomponendolo in "Ora-te": prega e mettiti in campo, ora sta a te, per non lasciarti passare il tempo addosso.
Nell'anno in cui ricorre l'anniversario dei mille anni della Basilica, il Festival colloca il proprio svolgersi a ridosso della sua conclusione e alle radici della storia profonda di Firenze. La presenza del patriarca degli Armeni Karekin II ha questo significato di riconoscimento di un'evangelizzazione che è stata condotta nella Città del Fiore da mercanti siri e immigrati armeni, di cui Miniato, morto martire, è testimone.
“Firenze, città di ponti e dialogo tra culture, popoli e religioni, è orgogliosa di ospitare la quarta edizione del Festival delle Religioni - commenta il sindaco Nardella - un appuntamento di grande valore e importanza soprattutto nel complesso tempo che stiamo vivendo. Il Festival organizzato da Francesca Campana Comparini offre sempre importanti spunti di riflessione e lo scorso anno abbiamo deciso di conferire alla manifestazione il Fiorino d’oro per l’impulso che ha saputo fornire al dialogo interreligioso in un’epoca contrassegnata dall’inquietante ritorno del fanatismo e dell’intolleranza fondamentalista. Sono felice che quest’anno il Festival chiuda le celebrazioni dei mille anni di San Miniato al Monte - ha continuato il sindaco -, che hanno regalato grandi emozioni ai fiorentini con le numerose iniziative organizzate nel corso di un anno, che hanno consentito di conoscere e apprezzare ancora di più l’abbazia e la sua comunità monastica”. “Il tema del tempo sarà il filo conduttore di questo Festival – spiega Francesca Campana Comparini, curatrice del Festival - un’esortazione a fermarsi, a rallentare, a riflettere, ad abitare il tempo, ma soprattutto ad imparare a scandire i tempi del tempo. Alexis de Tocqueville ne ‘La Democrazia in America’ descriveva l'uomo dell'epoca come un uomo di corsa. Noi che cosa siamo?”".
“L'abbazia di San Miniato e il Comitato nazionale dei festeggiamenti del Millenario sono felici di concludere questo anno di celebrazioni ospitando il Festival delle Religioni nella sua quarta edizione - dichiara Padre Bernardo - Proprio per questo ha come titolo e argomento un aspetto costitutivo della ragion d'essere di San Miniato e cioè la preghiera, declinata nella sua dimensione più quotidiana e ordinaria. Il fatto che la preghiera possa diventare occasione e ragione di un dialogo interreligioso ed ecumenico è in linea con la riscoperta di quell'umanesimo che lo stesso Papa Francesco auspica riconoscendo nella dimensione spirituale un aspetto qualificante della libertà e della dignità umana".
L’anteprima del Festival giovedì 25 aprile, con l’incontro, introdotto da Campana Comparinine condotto da Federico Fubini, tra il Sindaco di Firenze Dario Nardella e Ronald Lauder, Presidente del World Jewish Congress. Venerdì 26 aprile, alle 15.30 lectio di Enzo Bianchi, della Comunità di Bose, su “Il tempo della preghiera”. Il filosofo Sergio Givone, alle 17.30, presso le Antiche Cantine del Frantoio (ingresso dalla Basilica di San Miniato), proseguirà la riflessione sul tempo tra “Kronos e Kairos”. Nella Cripta della Basilica, alle 21, meditazione di padre Bernardo con la partecipazione dei monaci benedettini e della Fraternità di Gerusalemme.
Sabato 27 aprile, alle ore 10.30, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, dialogherà con Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni.
Alle 15.30 Massimo Cacciari affronterà il tema de “L’Ora” in Kierkegaard.
Alle 17.30 la chiusura ufficiale del Millenario di San Miniato al Monte: il Card. Pietro Parolin presiederà la celebrazione liturgica e la chiusura della Porta Santa: la porta della Basilica era stata “aperta” il 27 aprile 2018 dal Cardinale di Firenze, Mons. Giuseppe Betori.
La seconda giornata si concluderà con una riflessione condotta dai sociologi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, entrambi docenti all’Università Cattolica di Milano, su “Come i social network e i media influenzano il tempo in famiglia”.
Domenica 28, alle 15.00 il fisico Mario Rasetti, Professore Emerito di Fisica Teorica al Politecnico di Torino, affronterà il tema del tempo ’ da un punto di vista scientifico.
Alle 17.00, presso le Antiche Cantine del Frantoio di San Miniato, si incontreranno invece il Rabbino di Firenze Amedeo Spagnoletto, e l’Imam di Milano, Yahya Pallavicini che dialogheranno sul tema del tempo nell’Islam e nell’Ebraismo.
L’ultimo incontro della giornata, alle 19: in Basilica prenderà parola il dott. Pietro Bartolo, medico di Lampedusa fortemente impegnato sul fronte dell’accoglienza dei migranti. “Tempo di accogliere o no?”.
Il Festival è organizzato dall’Associazione Luogo d’Incontro ed ha ricevuto il “Fiorino d’Oro”, copromosso dal Comune di Firenze e fa parte del programma del Millenario di San Miniato al Monte, grazie al contributo di Fondazione CR Firenze e al sostegno di Intesa Sanpaolo.