"Abbiamo fatto di tutto per dare un assetto diverso a Fidi Toscana senza più il controllo pubblico e ricercare una nuova missione. Ciò che è arrivato non era in linea con le nostre aspettative e quindi ora dobbiamo rilanciare Fidi in un percorso autonomo, con un nuovo piano industriale". Così spiega l’assessore regionale all’Economia, Leonardo Marras, la decisione di aggiornare e far slittare l’attuazione delle strategie definite a marzo 2022, che prevedevano una parziale privatizzazione della finanziaria regionale. "La seguiremo direttamente in questo percorso - prosegue Marras - richiamando anche le banche e gli altri soci a dare un contributo per il suo rilancio. Ci aiutano i dati di bilancio di Fidi Toscana, che sono molto buoni, anche grazie all’ alleggerimento dei costi con il trasferimento del personale a Sviluppo Toscana e i buoni risultati della gestione finanziaria".
Nel 2023 Fidi Toscana, che nel 2025 si appresta a celebrare il suo primo mezzo secolo di attività, ha chiuso l’esercizio con oltre 3 milioni di euro di utile e nel primo semestre del 2024 ha registrato un utile di 1 milione di euro. Il cambio (perlomeno parziale) di strategia per le tre società regionali di supporto al sistema produttivo - Fidi Toscana, Sviluppo Toscana e Sici - sarà comunicato oggi e domani in Consiglio regionale. L’aggiornamento del piano include il rafforzamento di Sviluppo Toscana, per cui è già stato completato un incremento delle attività. Anche se, si fa presente, "l’obiettivo di trasformarla in un’agenzia di sviluppo regionale richiederà ulteriore tempo e risorse", in linea con l’acquisizione del 100% del capitale di Sici, la società di investimenti partecipata dalla Regione.
La Regione dovrà anche definire una nuova governance per Sviluppo Toscana, a partire dall’individuazione del direttore generale. Per quanto riguarda Fidi Toscana, il piano originario prevedeva la cessione della quota di maggioranza della Regione, pari al 62,8% e con una base d’asta di circa 35,7 milioni di euro. Al termine della raccolta di manifestazioni di interesse, solo Kme e Italia Comfidi hanno presentato proposte, ma entrambe non intendevano acquisire più del 20% delle quote. Le condizioni offerte non rispettavano l’accordo di co-vendita siglato con banche, Confindustria e Ance, che prevedeva un pacchetto unico. Ora, secondo quanto chiesto dalla Regione, Fidi Toscana dovrà potenziare il piano industriale per il 2024-2026, con particolare attenzione al sostegno per micro, piccole e medie imprese.
Infine per Sici, l’altra partecipata della Regione, l’orizzonte sembra si sia semplificato. L’anno scorso, il presidente Eugenio Giani aveva ipotizzato una partnership con l’Umbria, che possiede una partecipazione in Sici, per costituire una società in house interregionale. L’Umbria ha però deciso di uscire da Sici, lasciando la Toscana unica azionista. Dopo le verifiche, il cda di Sviluppo Toscana potrà procedere con l’acquisizione.