Firenze, 11 novembre 2024 – Come recita il proverbio: "L'estate di San Martino dura tre giorni e un pochino". Tuttavia quest’anno non sarà esattamente così, perché il periodo autunnale non sarà all’insegna del bel tempo. Tuttavia le tradizioni e le curiosità legate a questo periodo in Toscana non mancano. A Firenze ad esempio, dai primi decenni del secolo scorso, l’11 novembre si teneva nella zona di Ponte Santa Trinita la ‘Fierucola dei Trabiccoli’, una appuntamento molto atteso perchè venivano messi in vendita tutta una serie di utensili e altri oggetti necessari all’uso domestico popolare. Con un’attenzione particolare per i ‘trabiccoli’, e i ‘preti’, ossia quegli attrezzi destinati a riscaldare il letto e ad asciugare i panni nei mesi più freddi. I trabiccoli erano costituiti da un insieme di leggere stecche di legno che andavano a creare come una sorta di gabbia, sotto la cui cupola si trovava un gancio che serviva ad appendere uno scaldino. Oltre al trabiccolo a cupola, c’era quello detto del “prete”, che erano bislunghi ed ellittici, e ovviamente di varie dimensioni. Come funzionava? In alto, al centro, si appendeva la “cecia”, che altro non era che un recipiente di terracotta, al cui interno veniva posta la brace accesa. Negli inverni più freddi le donne all’epoca, camminando per strada, per evitare i geloni portavano questo scaldino con sé, proprio come oggi si portano le borse. Per una tradizione oramai desueta, ce n’è un’altra ugualmente antica, ma ancora in auge. Stiamo parlando della Fiera di San Martino di Sarteano, un momento di festa e socialità radicata nella comunità sarteanese e di cui si hanno notizie fin dal XV secolo, durante la Repubblica di Siena e confermata successivamente anche dal Granduca di Toscana. Oggi la fiera si svolgerà dalle 7:30 alle 19 e si dislocherà in via di fuori, Piazza Bargargli, Piazza XXIV Giugno, Piazzale Ippocrate e parte di Piazzale P. Morgantini. A Sarteano sono attesi quasi 70 banchi fra venditori di dolciumi, alimentari e prodotti tipici, castagne e vin brûlé, oltre all’abbigliamento, ai mangimi, alle attrezzature agricole. Sarteano è molto legata alla ricorrenza perché rappresenta ormai una lunga tradizione storica del territorio, con il rito dell’apertura delle botti e l’assaggio del vino nuovo da accompagnare alle castagne che avranno un ruolo da protagoniste nella Fiera di San Martino. Già nel comma 5 dell’articolo 79 del regolamento di Polizia Municipale del 1867 di Sarteano era stabilito come occupare gli spazi dalle 19 tipologie di commercianti, agricoltori e artigiani presenti a Sarteano in occasione del “Mercatone”, l’attuale Fiera di San Martino: “Ai venditori di porchette e di castagne è assegnato lo spazio lungo le casette Palmieri e Bernardini in Piazza d’Arme”. Tornando all’Estate di San Martino, come mai il bel tempo si manifesterebbe proprio in questo periodo? Tutto avrebbe avuto origine da una leggenda religiosa, secondo cui Martino, durante il suo soggiorno in Gallia, tornando a casa durante un forte temporale, ad un certo punto incontrò, per strada, un mendicante. Vedendolo senza vestiti in mezzo alla tormenta, si impietosì donandogli una parte del suo mantello per proteggersi dalla pioggia. Quel gesto di generosità diede origine a un miracolo: la tempesta si placò, il vento smise di soffiare e dalle nubi d’un tratto spuntò il sole. Quella stessa notte Martino sognerà Gesù, che gli rivelerà di essere lui il mendicante a cui ha donato il mantello. A quel punto Martino depose le armi, si convertì al Cristianesimo e diventerà il vescovo di Tours nel 371 d.C. Tra le curiosità legate a San Martino c'è anche quella di essere il patrono dei cornuti. Il motivo? Per alcuni questa tradizione è legata alle corna del bestiame che nel mese di novembre vengono esposte nelle fiere, mentre altri lo collegano alle feste pagane promiscue che si svolgevano in questo periodo dell'anno. Durante questo periodo, secondo le tradizioni agricole, venivano rinnovati i contratti agricoli annuali: il detto "fare San Martino", cioè traslocare, viene proprio da qui. L’Estate di San Martino ha dunque anche forti legami con la terra e con i suoi frutti. Infatti tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo.
Nasce oggi
Fedor Dostoevskij, nato l’11 novembre del 1821 a Mosca. ''Il suo posto viene subito dopo quello di Shakespeare", scriveva di lui Sigmund Freud. Quando muore a nemmeno 60 anni, chiude la grande stagione russa del secondo Ottocento in cui hanno scritto i propri capolavori anche Tolstoj, Turgenev e Goncarov. Insomma una figura che continua a affascinare e a costringere a farci i conti, anche perché con ''Memorie del sottosuolo'' nasce la letteratura moderna. È diventata virale la sua massima: “La bellezza salverà il mondo”. Ma sono tante le perle che ci ha lasciato e che ci invitano a riflettere su noi stessi e il nostro mondo: “Io amo l'umanità – scrisse - ma con mia grande sorpresa, quanto più amo l'umanità in generale, tanto meno mi ispirano le persone in particolare.” Un’altra sua celebre frase recita coì: “La gente spesso parla di crudeltà “bestiale” dell’uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo, crudele in maniera così artistica e creativa”. Sempre attuale è anche quest’altro suo pensiero: ““Il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive.”