
Il metropolita, ad Arezzo per la Madonna del Conforto, boccia la legge "Consolazione è quella che chiedono tanti malati. Il suicidio non è una strada" .
"Questa legge non è un traguardo, è una sconfitta per tutti". Gherardo Gambelli, il nuovo arcivescovo di Firenze, è al suo debutto alla festa della Madonna del Conforto, l’evento che trasforma per un giorno Arezzo. È lì, sull’altare della Cattedrale, e dietro gli occhiali dalla montatura asciutta si affaccia su un muro di folla. Saranno a fine giornata quasi quarantamila persone, tra fedeli e quella parte orgogliosamente laica che una volta all’anno accorre in Duomo. "Non conoscevo questo evento – spiega alla fine della celebrazione – è una grande gioia averlo scoperto". Ma proprio il concetto di conforto lo porta con agilità a cambiare piano, a innestare la devozione nella cronaca, tra la legge di fine vita e il dramma delle carceri, spinto fino all’amnistia. "Consolazione è quella che chiedono tanti malati, anche quelli terminali e i loro familiari". E infilato un percorso tutt’altro che casuale procede a dritto. "Alleviare solitudine e dolore delle persone che soffrono, migliorare l’accesso alle cure palliative e agli hospice, contrastando il senso di abbandono che conduce alla disperazione è segno vero di amore e cura, di rispetto del diritto alla vita".
Davanti la porta è spalancata per colpire. "Una legge che sancisce il diritto alla morte è una sconfitta per tutti. La priorità non può essere come si deve morire ma proteggere la vita dall’origine sino al suo termine. La vita è un bene, non la morte".
È la linea di tutti i vescovi toscani, al suo fianco il titolare di Arezzo Andrea Migliavacca era uscito per primo con un attacco durissimo a quegli articoli, Ma Gambelli ha atteso la giornata aretina, forse anche per radicare le considerazioni, da biblista esperto, nel Vangelo. Passaggi che non passano inosservati, è raro nella centenaria storia della Madonna del Conforto ascoltare un’omelia così incardinata nella cronaca. E Gambelli ribadisce tutto dopo la Messa. "Questa legge non è giusta. Scoraggia il lavoro di quanti operano negli hospice, negli ospedali. Il suicidio non è una strada". Intorno la festa continua: fuori della Cattedrale c’è una coda di 50 metri per ricevere la rituale benedizione. Oltre dieci confessionali lavorano a pieno ritmo, le assoluzioni si incrociano alle code. Il portone si era aperto alle 6, con il sole a sciogliere il tappeto di grandine lasciato dal maltempo, un San Valentino con molti fulmini e pochi cuori. E grandine, o forse sassolini, Gambelli si porta dietro da Firenze, dalla quale lo raggiungono altre brutte notizie. "Ho appreso in questo momento di un altro suicidio a Sollicciano, mi rattrista molto: invece di essere un luogo di rieducazione il carcere è segnato dalla disperazione. Le parole siano accompagnate da gesti concreti perché questo non si verifichi più".