REDAZIONE FIRENZE

Fine vita, via libera al suicidio assistito per una 70enne toscana malata irreversibile. Ma la Asl nega il farmaco

L’associazione Luca Coscioni: “Palese violazione della sentenza della Corte costituzionale. Nei tribunali per difendere i diritti delle due donne. La Regione Toscana approvi la legge popolare “Liberi Subito”

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(DIRE) Firenze, 14 mar. - Consegnate in mattinata in Consiglio regionale 10.000 firme raccolte in tutta la Toscana, su iniziativa dell'associazione Luca Coscioni, a sostegno della proposta di legge che prevede tempi certi di risposta da parte del servizio sanitario alle richieste di suicidio assistito. Il testo, collegato alla campagna nazionale Liberi subito, è in corso di presentazione in ogni Regione. Presente al momento del deposito delle firme a palazzo del Pegaso, sede dell'assemblea legislativa toscana, anche il tesoriere dell'associazione, Marco Cappato: "Diecimila persone in Toscana danno l'opportunità alla Regione di approvare delle buone regole per dare tempi certi di risposta a chi, affetto da sofferenza insopportabile, chiede di poter morire senza soffrire- spiega l'attivista radicale, parlando coi giornalisti- questo è già un diritto che abbiamo strappato con la Corte Costituzionale e con la disobbedienza civile per l'aiuto a dj Fabo, ma questo diritto per essere attuato ha bisogno dell'intervento del servizio sanitario regionale". Quindi, sintetizza Cappato, "chiediamo che entro 20 giorni il servizio sanitario verifichi le condizioni della persona richiedente e decida se può essere aiutata a terminare la propria vita. È un'occasione che si offre alla Toscana, attraverso l'iniziativa popolare, di dare delle risposte alle persone che soffrono. L'augurio è che le consigliere e i consiglieri regionali e il presidente Eugenio Giani vogliano approfittare di questa occasione per non girare la testa dall'altra parte: i cittadini hanno fatto il loro compito ora tocca a loro approvare delle buone regole". In Toscana, ricorda ancora Cappato, "è già accaduto in un caso che una persona sia stata aiutata a morire. Ci dicono che allora una legge non servirebbe, ma non è vero- aggiunge- una legge serve perché intanto le amministrazioni possono cambiare colore e sensibilità e anche tra un'Asl e un'altra ci può essere una diversa capacità di rispondere a queste richieste. Vogliamo, invece, che ci sia la certezza di regole che valgono per tutti". La Regione Toscana, incalza il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, "trovi il tempo fra i vari affari, appalti, nomine anche di discutere di diritti e libertà individuali. Sarebbe una garanzia per i prossimi anni, perché significa non far dipendere un diritto dalla buona volontà della gestione sanitaria, ma da regole precise che garantiscano tutti". (Cap/ Dire) 10:47 14-03-2

Firenze, 22 novembre 2024 – Possiedono i requisiti previsti dalla sentenza “Cappato-Dj Fabo” della corte costituzionale per poter accedere legalmente al “suicidio assistito” in Italia ma non possono completare l’iter perché le aziende sanitarie si rifiutano di fornire il farmaco e la strumentazione necessaria all’autosomministrazione, lasciando come unica possibilità quella di rivolgersi alla sanità privata, dove sarà possibile.

È la storia di due donne toscane, affette da malattie irreversibili, causa di sofferenze insopportabili, che nei mesi scorsi hanno fatto richiesta alle aziende sanitarie di riferimento di poter accedere al “suicidio assistito”. La donna 70enne, affetta da una malattia polmonare causata dal restringimento persistente delle vie aeree, ha ricevuto risposta dalla Usl Toscana centro dopo un mese dalla sua richiesta. La risposta però è priva dell’indicazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione. Per questo è stata richiesta la relazione del medico di fiducia, che è stata poi approvata dall’azienda sanitaria.

La 54enne, dopo un iniziale rifiuto da parte della USL Toscana nord-ovest, ha ricevuto parere positivo a seguito di un intervento della Corte costituzionale. Anche in questo caso, però, farmaco e modalità sono stati individuati solo dal medico di fiducia e approvati dall’azienda sanitaria.

Entrambe le donne hanno intrapreso azioni legali per richiedere la piena applicazione della sentenza e ieri, a Firenze, si è tenuta la prima udienza sul caso della 70enne.

Pertanto, denuncia l’associazione Luca Coscioni, in tutti e due i casi la sentenza della consulta è stata violata, dato che prevede che sia il sistema sanitario nazionale a identificare modalità e farmaco, come ribadito in questi anni dai tribunali.

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, denuncia: “In Toscana, siamo nei tribunali per ottenere ciò che spetterebbe per legge. In Veneto e Friuli Venezia Giulia invece le procedure sono state completate dal sistema sanitario nazionale, garantendo i diritti dei malati”. L’Associazione sollecita il consiglio regionale della Toscana ad approvare la legge di iniziativa popolare Liberi Subito, sottoscritta da oltre 10.000 persone, che mira a garantire tempi certi e rispetto delle decisioni della Corte.

In Toscana, la regione si è già espressa sull’ammissibilità della proposta. Il 30 luglio 2024 sono iniziate le audizioni degli esperti in commissione salute ma ancora non sono giunte al termine.

Ad oggi, sono nove le persone in Italia che hanno ottenuto il via libera per il suicidio assistito.

Il primo caso, quello di Federico Carboni, risale al 2022.