Firenze, 22 novembre 2024 – Possiedono i requisiti previsti dalla sentenza “Cappato-Dj Fabo” della corte costituzionale per poter accedere legalmente al “suicidio assistito” in Italia ma non possono completare l’iter perché le aziende sanitarie si rifiutano di fornire il farmaco e la strumentazione necessaria all’autosomministrazione, lasciando come unica possibilità quella di rivolgersi alla sanità privata, dove sarà possibile.
È la storia di due donne toscane, affette da malattie irreversibili, causa di sofferenze insopportabili, che nei mesi scorsi hanno fatto richiesta alle aziende sanitarie di riferimento di poter accedere al “suicidio assistito”. La donna 70enne, affetta da una malattia polmonare causata dal restringimento persistente delle vie aeree, ha ricevuto risposta dalla Usl Toscana centro dopo un mese dalla sua richiesta. La risposta però è priva dell’indicazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione. Per questo è stata richiesta la relazione del medico di fiducia, che è stata poi approvata dall’azienda sanitaria.
La 54enne, dopo un iniziale rifiuto da parte della USL Toscana nord-ovest, ha ricevuto parere positivo a seguito di un intervento della Corte costituzionale. Anche in questo caso, però, farmaco e modalità sono stati individuati solo dal medico di fiducia e approvati dall’azienda sanitaria.
Entrambe le donne hanno intrapreso azioni legali per richiedere la piena applicazione della sentenza e ieri, a Firenze, si è tenuta la prima udienza sul caso della 70enne.
Pertanto, denuncia l’associazione Luca Coscioni, in tutti e due i casi la sentenza della consulta è stata violata, dato che prevede che sia il sistema sanitario nazionale a identificare modalità e farmaco, come ribadito in questi anni dai tribunali.
Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, denuncia: “In Toscana, siamo nei tribunali per ottenere ciò che spetterebbe per legge. In Veneto e Friuli Venezia Giulia invece le procedure sono state completate dal sistema sanitario nazionale, garantendo i diritti dei malati”. L’Associazione sollecita il consiglio regionale della Toscana ad approvare la legge di iniziativa popolare Liberi Subito, sottoscritta da oltre 10.000 persone, che mira a garantire tempi certi e rispetto delle decisioni della Corte.
In Toscana, la regione si è già espressa sull’ammissibilità della proposta. Il 30 luglio 2024 sono iniziate le audizioni degli esperti in commissione salute ma ancora non sono giunte al termine.
Ad oggi, sono nove le persone in Italia che hanno ottenuto il via libera per il suicidio assistito.
Il primo caso, quello di Federico Carboni, risale al 2022.