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Finti escort sull’app per uomini ‘Grindr’ Condanna per l’ex promessa viola

Otto vittime ricattate durante gli incontri. Ma nessuna si presenta in aula

Finti escort sull’app per uomini ‘Grindr’ Condanna per l’ex promessa viola

FIRENZE

Si facevano contattare tramite l’app per incontri gay “Grindr“, ma non puntavano a conoscere nuove persone, bensì a ricattarle scattando loro foto compromettenti e chiedendo soldi in cambio di silenzio. Almeno otto hanno raccontato ai carabinieri come un appuntamento si è trasformato in inferno. E ieri, i due escort - un 22enne con un passato di calciatore nelle giovanili della Fiorentina e un 21enne, entrambi residenti in città e attualmente detenuti a Sollicciano - sono stati condannati in abbreviato dal gup Federico Zampaoli rispettivamente a due anni e dieci mesi e due anni e otto mesi. Estorsione e rapina, le accuse. Per loro, il pm Benedetta Foti aveva chiesto sei anni, ma il tribunale ha recepito almeno alcune delle argomentazioni difensive dei legali - gli avvocati Paolo Florio e Niccolò Lombardi Sernesi - e agli imputati sono state ad esempio riconosciute le attenuanti generiche.

"Siamo soddisfatti dell’esito del processo - commenta Florio - ma, aldilà del risultato, questa vicenda deve far riflettere, perché fa emergere, con amarezza, un mondo nascosto determinato da un uso deviato dei social network da parte di giovanissimi". I due fiorentini, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri, si mettevano infatti in mostra sulla app frequentata da uomini. Giovani, sportivi, aitanti: un’esca perfetta.

Nella realtà, però, non si sono mai davvero consumati rapporti sessuali, perché i due, seguendo un canovaccio collaudato, si fermavano sempre prima dell’approccio. Ma mai senza aver carpito foto, dettagli o informazioni che potessero spingere la vittima a togliersi da una situazione d’imbarazzo pagando la somma richiesta. "Fatti vedere come sei nudo", "Sono minorenne", "So dove abiti", alcune delle frasi pronunciate per terrorizzare le persone e convincerli a pagare.

Denunce imbarazzate hanno messo in moto i carabinieri di Scandicci, guidati dal tenente colonnello Cannarile (nella foto). Anche se nel processo, conclusosi ieri, nessuna delle persone offese si è costituita. Così, condanna a parte, i due “finti escort“ non dovranno neanche risarcire nessuno benché, in qualche caso, siano riusciti a spillare anche 500 euro, o sgraffignare dalle case delle vittime qualcosa di valore.

ste.bro.