Firenze, 9 febbraio 2022 - "Il caro energia per le aziende rischia di essere più letale della pandemia". Giacomo Cioni è alla guida di Cna Firenze, 8000 imprese medie e piccole che rappresentano la spina dorsale del sistema economico dell’area metropolitana. Moda, artigianato artistico, turismo, edilizia, servizi. Tutti impegnati a uscire da una crisi che mette a rischio molte aziende. Gli aumenti dell’energia sono fuori controllo, qual è la situazione? "Rispetto alle scorse settimane abbiamo qualche elemento di chiarezza in più. Questa situazione non nasce ieri. Avevamo già lanciato un primo allarme nell’estate scorsa, un ulteriore allarme a novembre. A dicembre abbiamo chiesto aiuto. Oggi assistiamo a un primo tentativo da parte delle istituzioni venire in aiuto alle imprese. Il problema del caro energia è atavico per l’Italia, ma ora è praticamente irrisolvibile per le piccole e medie imprese". Ma come se ne esce? "Ci sono soluzioni di lungo periodo e altre nell’immediato. Le prime devono puntare ad abbassare il costo delle materie prime e della produzione dell’energia. Quelle immediate sono liberare le bollette dai costi assurdi e incomprensibili, direi anche eticamente sbagliati che tutti noi dobbiamo pagare. Io vedo i bilanci delle società che gestiscono servizi, guardando il denaro che introitano penso che potrebbero tagliare alcune voci che è assurdo siano a carico dei cittadini e delle imprese". La battaglia per l’energia però sembra appena all’inizio "Servono provvedimenti su più campi. Per esempio per i rifiuti, progettando termovalorizzatori che permettano di ridurre i costi della tassa e producendo energia. L’energia rispetto ai nostri partner europei ha un costo superiore del 30-33%; il maggior costo che noi sosteniamo permette alle imprese energivore di avere tariffe inferiori (anche di quattro volte). In più con questo esborso finanziamo anche la produzione di energia green che è in una sfera non controllata". Come si controllano gli aumenti delle materie prime? "Siamo finiti in una tempesta perfetta, prima col covid, poi con l’arrivo del caro materie prime; per mesi anche i guru della finanza ci hanno promesso un’inflazione morbida. Eppure sapevamo che c’erano tutti i segni per una crescita dell’inflazione fino a cifre incalcolabili. Con l’aumento dei generi alimentari, con costi sempre più alti a carico delle famiglie, non servono geni dell’economia per capire che siamo in un trend in forte ripresa". Chi ci rimette? "Le aziende che non possono riportare aumenti sul prodotto finito. Abbiamo cali di fatturato superiori al 30%, produzioni che sono rimaste ancora al palo. Aziende che non riescono a fare fronte ancora ai costi produttivi. Difficile capire quanto finirà. Ma servirà attenzione da parte delle istituzioni perché questi aumenti saranno più complicati da gestire delle stesse conseguenze dovute al covid".
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