
La comunità islamica di Firenze conclude il Ramadan con una celebrazione alle Cascine, promuovendo pace e dialogo.
L’ultima preghiera del periodo del digiuno, i silenzi che prevede il rito, in sottofondo i clacson e il chiasso del traffico frenetico di Firenze, quello che attraversa le Cascine. E poi la voce dei circa diecimila che si alza lentamente verso il cielo, come una colonna, per dire ’arrivederci’ al Ramadan. Ieri mattina si è chiuso il mese del digiuno, con la comunità islamica che, come negli anni precedenti, ha organizzato nel prato del Quercione, alle Cascine, la festa finale.
Vestiti a festa, tra sorrisi, abbracci, auguri e ringraziamenti ad Allah per essere riusciti nel digiuno e nella preghiera, o per aver avuto la possibilità di aiutare i propri cari.
"La famiglia sono anche gli amici e la comunità intorno a voi – ricorda l’imam di Firenze, Izzeddin Elzir – e Allah c’è sempre, c’è durante il Ramadan e c’è dopo, quindi dobbiamo continuare ad essere buoni. Quest’ultimo mese di autodisciplina e auto rispetto ci ha dimostrato che possiamo cambiare noi stessi se vogliamo, vuol dire che siamo forti. E questo cambiamento dobbiamo ricordarlo sempre". Dopo il momento di raccoglimento e il breve sermone, i festeggiamenti sono andati avanti, a casa di amici e parenti, con cui condividere il pranzo o la cena.
"Per i musulmani a Firenze, in Italia e in tutto il mondo – spiega l’imam – è un giorno di festa. Ringraziamo Allah, ma non ci dimentichiamo la nostra ferita che sta sanguinando da più di 18 mesi". La guida religiosa fa riferimento alla guerra che imperversa nella Striscia di Gaza. Alle sue spalle, mentre parla e recita la preghiera, sventola – come l’anno scorso – una maxi bandiera della Palestina.
"Preghiamo per la pace – continua Izzeddin –, preghiamo affinché la politica intervenga per fermare la guerra in Palestina. Invitiamo tutti a fare tutto il possibile per il cessate il fuoco. La vita è sacra, è consacrata da Allah e da chi crede nei diritti dell’essere umano. Va rispettata".
Sul prato ci sono tanti bambini che giocano, mentre i genitori sono assorti in preghiera. Presenti anche i vertici della Cgil Firenze, tra cui il segretario generale Bernardo Marasco.
"Un momento fondamentale per una comunità importante come quella musulmana – spiegano i referenti del sindacato –, a cui abbiamo partecipato portando il nostro messaggio di pace, umanità e giustizia sociale". Parole che fotografano l’apertura della città, confermata dallo stesso imam: "Qui il dialogo interreligioso funziona e aiuta tanto. Tanto che preferiamo parlare di interazione, più che di integrazione".
Durante la festa è stato anche ascoltato il messaggio del vescovo Gherardo Gambelli: "Rivolgo i miei auguri personali e quelli dei cristiani della diocesi ai fedeli e ai responsabili delle comunità musulmane che festeggiano la fine del Ramadan – ha detto –. In questi giorni di Quaresima per noi cristiani, abbiamo condiviso in parte con voi un tempo di digiuno, preghiera e di crescita spirituale. Occasione proficua e preziosa per testimoniare la nostra fraternità, la centralità della fede e della presenza dell’Altissimo nelle nostre vite".
E ancora: "In questo anno giubilare dedicato alla speranza chiediamo insieme a Dio di continuare a condurci sulle strade della fraternità e del dialogo per essere promotori nel mondo di amicizia e di pace – ha aggiunto –. Rinnovo i saluti più cordiali alla vostra comunità. Speriamo il bene gli uni per gli altri. Eid Mubarak, buona festa a tutti voi".
Pietro MecarozziTeresa Scarcella