STEFANO BROGIONI
Cronaca

Coniugi uccisi e fatti a pezzi, via al processo. "Così sono state lanciate le valigie"

Un video a sostegno dell’accusa nei confronti di Elona Kalesha. L’udienza di oggi potrebbe slittare causa covid

Un frame del video dell'accusa

Un frame del video dell'accusa

Firenze, 15 febbraio 2022 - Un furgone con pianale posteriore scoperto, almeno due persone a sollevare le valigie e gettarle oltre la barriera antirumore della Fi-Pi-Li. Il risultato di questo esperimento effettuato dai carabinieri e depositato agli atti del processo per omicidio, è compatibile con la posizione in cui sono state ritrovate le valigie contenenti i cadaveri di Shpetim e Teuta Pasho, i due coniugi albanesi scomparsi il primo novembre del 2015 e ritrovati cadaveri smembrati nel dicembre del 2020 in un campo vicino al carcere di Sollicciano. Il video. Il filmato, visibile su lanazione.it, è stato girato durante la simulazione dell’ottobre scorso. I carabinieri hanno chiesto l’ausilio di Avr, la società che gestisce la superstrada. Hanno chiuso per alcuni minuti la corsia di destra in direzione Firenze e hanno affiancato il mezzo da lavoro alla barriera. Due carabinieri, un uomo e una donna, con due valigie identiche a quelle in cui erano stati stipati i resti di marito e moglie, anche dello stesso peso, hanno effettuato il lancio. Un operatore su una gru, dall’alto, ha documentato il risultato. Le due valigie rimbalzano e finiscono giù, in un punto simile a quello in cui i trolley vennero ritrovati dai carabinieri dopo che un contadino ne aveva notato uno. La vegetazione, cresciuta con il tempo, avrebbe contribuito a nascondere il “segreto”. Il giudizio. Documento che potrebbe essere proiettato anche al processo che stamattina comincia al “bunker“ dinanzi alla corte d’assise. Anche se l’imputato è solo uno. Anzi, una: l’albanese Elona Kalesha, ex fidanzata di Taulant Pasho, il figlio della coppia di cui per anni si erano perse le tracce. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Ornella Galeotti, il duplice omicidio sarebbe avvenuto nell’appartamento di via Fontana, zona San Iacopino, e lì sarebbero stati anche fatti a pezzi, smembrati, imballati e chiusi nelle valigie. Quell’appartamento, la Kalesha lo aveva affittato a suo nome nel periodo in cui i suoceri erano venuti in Italia. Lo scopo del viaggio era salutare il figlio Taulant, che il 2 novembre sarebbe uscito dal carcere di Sollicciano. Ma la donna aveva anche un altro mistero da nascondere: alla fine di ottobre, ha interrotto una gravidanza, e il fidanzato, essendo stato carcerato, non avrebbe potuto essere il padre. Forse, il processo riuscirà a far luce su questo e altri aspetti. Anche su chi avrebbe aiutato la donna, se colpevole, a gettare quelle valigie dall’alto, nel terreno vicino al penitenziario. Rischio covid. Ma l’udienza di stamani è a rischio. Per casi di contagio nella sezione femminile di Sollcciano, probabile indisponibilità dell’imputata: la corte d’assise potrebbe far slittare l’inizio dell’istruttoria.