TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Firenze dice addio al Duca Amedeo d’Aosta

I funerali venerdì a San Miniato al Monte. Dal collegio alla Querce alla laurea in Scienze politiche: la passione per il vino e la terra toscana

di Titti Giuliani Foti

I suoi tre figli l’hanno riempito di soddisfazioni: Aimone che ha sempre lavorato in Russia, all’inizio per Pirelli, che ha sposato Olga di Grecia. Poi Bianca che vive a Venezia coniugata con il conte Arrivabene Valenti Gonzaga e Mafalda che abita a Firenze precedentemente sposata con Ruffo di Calabria e poi con Lombardo di San Chirico. Tre figli avuti da Claudia d’Orleans e unidici nipoti erano l’orgoglio di questo signore nobile e ironico che sfoggiava 16 tatuaggi: è morto ieri all’improvvisto il princpe Amedeo di Savoia, duca di Aosta, all’età di 77 anni. Colpito da un infarto fulminante alla vigilia delle dimissioni dall’ospedale San Donato di Arezzo. Aveva fatta sua la regola: per vivere da nobile occorreva calibrare umiltà e presunzione senza esagerare. Il Duca d’Aosta era nato a Firenze il 27 settembre 1943, figlio unico di Irene di Grecia e di Aimone di Savoia, quarto duca d’Aosta re di Croazia. Suo zio era l’omonimo eroe dell’Amba Alagi, detto il Duca di ferro e suo nonno era il Duca Invitto, Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta. Per parte di padre era pronipote di Amedeo di Spagna, e per parte di madre nipote di re Costantino di Grecia. Pronipote della regina Vittoria del Regno Unito e di re Cristiano IX di Danimarca, era anche discendente dello zar Nicola di Russia. Una vita segnata da ruoli e titoli e sulla carta molto simile a quella del protagonisa di una favola. Amedeo d’Aosta ebbe un precettore agli studi nell’ammiraglio Giulio Cerrina Feroni, e per studiare passò dal collegio Alla Querce sotto Fiesole, al Seaford in Inghilterra per arrivare al Morosini di Venezia. Frequentò i corsi dell’Accademia Navale di Livorno, e venne imbarcato come ufficiale di complemento della Marina Militare. Firenze è stata per Amedeo d’Aosta una città-perno della vita e qui si laureò in Scienze politiche.

Dagli anni ‘70 Amedeo aveva iniziato a dedicarsi all’attività di imprenditore agricolo, occupandosi della tenuta del Borro, nel comune di Loro Ciuffenna (Valdarno aretino), ceduta nel 1999 alla famiglia fiorentina dei Ferragamo. Un distacco in parte doloroso, tanto che non lasciò mai quella terra: da anni viveva con la moglie sposata in seconde nozze, Silvia Paternò Ventimiglia di Spedalotto, a Castiglion Fibocchi. E quando lasciò il Borro in molti ancora oggi ricordano l’affissione di pubblici maniffesti di saluto per gli abitanti delle frazioni vicine non potendoli salutare e ringraziare uno a uno.

Nella sua biografia si legge che il 26 luglio 1944, su ordine firmato da Heinrich Himmler, i nazisti lo internarono a Hirschegg, con madre e cugine Margherita e Maria Cristina. E che dopo la liberazione, nel 1945, Amedeo incontrò per la prima volta il padre e si trasferì poi con la madre a Fiesole. La terra di Toscana, la passione per il vino per l’olio, per i prodotti del campo: aveva svolto anche il ruolo di consulente, consigliere d’amministrazione e presidente per alcune società.

C’è chi dice che la vita abbia una sua circolarità: a Firenze era nato, e qui sarà sepolto. I funerali del duca Amedeo di Savoia-Aosta si terranno venerdì, alle 11,30 a San Miniato al Monte: e proprio lui aveva scelto che le sue esequie si svolgessero nella città in cui era nato.