Firenze, dipendenti del Meyer: “Carrai, lasci la fondazione. Sostiene Israele”. Lui: “Sconvolto e amareggiato”

Alcuni lavoratori chiedono le dimissioni del console dalla presidenza della Fondazione dell’ospedale

Firenze, ospedale Meyer

Firenze, ospedale Meyer

Firenze, 25 gennaio 2024 – Protesta di un gruppo di dipendenti dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze: chiedono le dimissioni, per «assoluta inadeguatezza ed incompatibilità» con «i valori fondanti il codice etico della Fondazione stessa» del neo presidente della Fondazione Meyer Marco Carrai: quest'ultimo è anche console onorario di Israele.

Per lunedì annunciato un presidio alle 10 in viale Pieraccini, fuori dall'ospedale pediatrico fiorentino: durante la manifestazione, come gesto simbolico, verrà restituito il regalo di Natale della Fondazione ai dipendenti, un ombrello. «Il codice etico della Fondazione Meyer - si spiega in una nota diffuso dal gruppo di sanitari - ripudia ogni sorta di discriminazione 'non tollerando nella maniera più assoluta violazioni dei diritti umani».

Carrai è console onorario di «uno Stato che da anni disattende le numerose risoluzioni Onu a suo carico e che recentemente ha risposto ad un attentato, sicuramente grave e per questo assolutamente da condannare, in modo chiaramente sproporzionato».

I dipendenti evidenziano che Israele «da oltre 100 giorni sta bombardando indiscriminatamente i civili palestinesi (ormai le vittime sono oltre 25mila) e nel farlo sta violando costantemente sia i diritti umani, non rispettando gli ospedali come luoghi neutrali e sicuri, tempio dell'umanità, sia la Convenzione di Ginevra, con l'uso di armi non convenzionali».

Carrai, continua la nota, «sostiene pubblicamente la legittimità di queste azioni e non ha mai speso una parola in difesa della popolazione civile né si è mai indignato per il criminale attacco agli ospedali e per il massacro di oltre 300 sanitari nell'esercizio delle loro funzioni».

Per tale motivo, aggiungono i sanitari, «le finalità della Fondazione ci risultano del tutto disattese ed incompatibili con la posizione attualmente portata avanti dal console onorario di Israele». In occasione del presidio di lunedì - come si legge in un volantino firmato da Sanitari per Gaza Firenze, Cub sanità, Comitato Io non ci sto, Comunità palestinese, Assopace Palestina, Associazione amicizia italo palestinese, Arci Città visibili, Medicina democratica - annunciata anche la consegna delle «firme di 10.000 persone concordi all'esonero» di Carrai dalla Fondazione.

La replica di Carrai

“Sono sconvolto e amareggiato di questi fomentatori di odio. Mi rammarico che a parte alcuni esponenti del centro destra nessuno abbia sentito la necessità di intervenire lasciandomi solo. Di solitudine si può anche morire”. Queste le parole del presidente della Fondazione Meyer e console di Israele Marco Carrai in merito all’appello dei dipendenti del Meyer che gli chiedono di lasciare l’ospedale. 

“Mi rammarico che l’Imam di Firenze – continua Carrai – non senta la necessità di intervenire e dire a tutti basta questa campagna di odio contro colui che ci ha aiutato per trovare la Moschea, contro colui che si sta adoperando per far curare i bambini palestinesi al Meyer. Mi rammarico che questi odiatori non una parola abbiano detto contro le donne stuprate da Hamas, i bambini rapiti e decapitati. Non una parola. Le mie parole sono sempre le stesse: le guerre sono tragiche e non dovrebbero mai accadere, ma c’è Hamas, una organizzazione terroristica che ha fatto un atto terroristico contro gli Ebrei e Israele che sono la stessa cosa. E chi non lo sa non conosce la storia del popolo ebraico e la sua persecuzione. Non capisce che necessitiamo di fermare Hamas, allo stesso modo in cui dovemmo fermare Hitler e l’ISIS e che occorre agire per creare due Stati e due popoli in sicurezza. Anche per la stessa sicurezza dei Palestinesi, che sono vittime di Hamas. E per gli Ebrei che neppure a casa si possono sentire sicuri. La storia si ripete sempre. Inizia dal colpire i simboli e dal lasciarli soli, poi finisce come sappiamo".

Le parole dell’associazione Italia-Israele

«Come già abbiamo chiarito in precedenza, nulla c'entra il ruolo di console onorario di Israele di Marco Carrai con la presidenza della Fondazione Meyer» e «troviamo molto grave che all'ospedale che cura, con grande capacità e punte di eccellenza, i nostri bimbi, esista un gruppo di lavoratori che a quanto pare ha in odio Israele. Mai avremmo pensato al Meyer come luogo che ospita antisemitismo». Lo dichiara il presidente dell'Associazione Italia-Israele a Firenze, Emanuele Cocollini, in una nota dedicata al caso di una protesta di alcuni dipendenti dell'ospedale pediatrico contro il nuovo presidente della Fondazione Meyer, Marco Carrai, che è anche console onorario di Israele. «Carrai - aggiunge Cocollini - sarà giudicato come presidente della Fondazione in base ai risultati» mentre questo gruppo di persone invece si è già qualificato come inadeguato ad operare in un contesto così delicato« come quello dell'ospedale Meyer. »Auspichiamo - conclude - che le autorità preposte intervengano per impedire questo presidio, che proprio a poche ore dalle celebrazioni del Giorno della Memoria, infanga lo Stato di Israele«.