SANDRO
Cronaca

Firenze e la qualità della vita: l'impatto dei costi abitativi e degli affitti brevi

La caduta di Firenze nella qualità della vita è legata ai costi abitativi esorbitanti e al proliferare degli affitti brevi.

Rogari Ha ragione Luigi Burroni quando dichiara su queste colonne che le graduatorie con i relativi punteggi vanno prese con le molle. Ma i numeri rappresentano e, volendo, fanno riflettere. Avremmo potuto intitolare questo commento ’la caduta di Firenze’; nella graduatoria della qualità della vita, intendo. Forse troppo forte, ma di certo efficace. La caduta ha tante ragioni. Una voce cruciale è l’abitazione che a sua volta si articola in due sotto voci: quanto costa comprare casa e quanto affittarla. Qui Firenze si allinea alle grandi città italiane. I costi per l’acquisto sono esorbitanti. L’anno passato l’aumento dei prezzi delle case ha largamente superato l’inflazione con tassi di mutuo ancora elevati. La fascia che può permettersi di comprare casa si è ulteriormente ristretta. La famiglia che un tempo avrebbe programmato di comprare a Firenze un piccolo appartamento per fare studiare il figlio all’Università è stata costretta ad abbandonare. Allora ha provato a riconvertirsi sull’affitto con note ancor più dolenti. La fame di case resta largamente insoddisfatta, se non a prezzi esorbitanti che si avvicinano a quelli di Roma e di Milano. Fatti due conti, fra alloggio, vitto, tasse universitarie e altre piccole spese una famiglia dovrebbe accollarsi una spesa corrente di almeno 2500 euro al mese per mantenere il figlio qui. Un costo proibitivo se non per una borghesia medio/alta. Quali le cause? Si sa che la colpa muore senza paternità. Poi, nel caso specifico, le paternità sono molteplici. Ma non ultima per la tipologia di abitazione piccola o piccolissima, che è oggetto del contenzioso, è il proliferare degli affitti brevi. Sarebbe necessario un provvedimento nazionale che non arriva. Per Firenze si tratta di sapere se farne una citta fagocitata dal turismo mordi e fuggi oppure una città dell’impresa e dell’Università. In assenza di provvedimenti, la deriva che prevale è la prima. Ben vengano quindi tutte le nuove proposte di ospitalità a condizione che siano funzionali a calmierare i prezzi e non ad incrementarli.