Firenze, 1 novembre 2024. “In un’epoca in cui i centri storici vedono l’espulsione costante di residenti a favore di abitanti temporanei, le esperienze delle Murate e dell’Isolotto possono essere esempi da replicare per compiere il percorso inverso”. A dirlo è il professor Massimo Morisi, già ordinario al dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli studi di Firenze, presentando il convegno “Le politiche abitative a confronto - 70 anni del quartiere Isolotto e 20 anni di Murate” l’8 novembre a Palazzo Vecchio nell’ambito di Urbanpromo – Progetti per il Paese, la rassegna organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica con il supporto organizzativo della sua società strumentale Urbit - Urbanistica Italiana Srl. L’evento, giunto alla sua ventunesima edizione, si tiene per il secondo anno consecutivo a Firenze, inizierà martedì 5 all’Innovation Center di Fondazione Cr Firenze dal 5 al 8 novembre. Il convegno in Palazzo Vecchio è organizzato a 70 anni dalla fondazione del quartiere dell’Isolotto e a 20 anni dalla consegna delle prime case ricavate nell’ex carcere delle Murate. Due esempi di edilizia sociale che, secondo gli urbanisti, calate nel contesto possono fornire risposte efficaci anche oggi. Al confronto prenderanno parte, insieme a Morisi e agli altri relatori, anche il presidente di Urbit Gianni Biagi, il governatore della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente di Fondazione Cr Firenze Bernabò Bocca e la sindaca Sara Funaro, alla quale saranno affidate le conclusioni. “Dagli anni Cinquanta ad oggi - prosegue Morisi - nel nostro Paese si è costruito molto, ma di edilizia sociale si avverte ancora un grande bisogno. Quello che è stato fatto, inoltre, risulta oggi scarsamente manutenuto. A Firenze, in passato, questo tema è stato affrontato con strategie urbanistiche e architettoniche efficaci, il cui esempio può ispirarci ancora oggi”. “I casi dell’Isolotto e delle Murate riflettono bisogni di epoche diverse, ma sono uniti da un denominatore: fare edilizia sociale ristrutturando manufatti già esistenti e aventi destinazioni diverse, come per le Murate, oppure edificando, come volle Giorgio La Pira, nuove parti di città fortemente collegate e integrate con i quartieri già esistenti, con l’obiettivo di creare forti relazioni comunitarie”. “Questi due esempi rappresentano veri e propri casi di miracoli urbani, considerata anche la fine di altri progetti che, nel Paese, non sono riusciti a raggiungere gli stessi obiettivi. Oggi Firenze vive una profonda fase di trasformazione, dovuta ad un abbandono da parte di residenti storici a favore di nuovi abitanti di passaggio. A Urbanpromo, assieme ad esperti di caratura internazionale, cercheremo di capire due cose: se questi quartieri possono resistere alla dinamica in corso e se siano esperienze replicabili per invertire questo flusso in città”.
CronacaFirenze, gli urbanisti: “Isolotto e Murate esempi contro abbandono città”