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Firenze, la Città celeste fra Arnolfo di Cambio e Cosimo I

di Valerie Pizzera FIRENZE L’ultima cerchia delle mura di Firenze viene attribuita da Giorgio Vasari ad Arnolfo di Cambio. In realtà non...

Il professor Renzo Manetti, architetto, docente universitario e saggista

Il professor Renzo Manetti, architetto, docente universitario e saggista

di Valerie PizzeraFIRENZEL’ultima cerchia delle mura di Firenze viene attribuita da Giorgio Vasari ad Arnolfo di Cambio. In realtà non ci sono documenti che lo provino. La paternità é plausibile solo per quanto riguarda il circuito di qua d’Arno, che risponde a un progetto geometrico unitario. Il frettoloso e irregolare circuito d’Oltrarno è stato cominciato solo nel 1324, vent’anni dopo la sua morte: Arnolfo non c’entra nulla.

A dirlo è l’architetto e scrittore Renzo Manetti, presidente della Classe di Architettura dell’Accademia delle Arti e del Disegno, nel suo libro “Le Mura di Firenze da Arnolfo a Cosimo I”, edito nel 2024 da Pontecorboli. Un volume snello e incalzante, disponibile in tutte le librerie e online, che offre spunti meno conosciuti sulla base di una precisa ricerca bibliografica e d’archivio tra Gabinetto degli Uffizi, casa Buonarroti e Archivio di Stato.

"Il progetto che definiamo arnolfiano - spiega Manetti - è quello di una città monocentrica, con le porte-torri equidistanti dal Battistero (Porta al Prato, Porta San Gallo e Porta alla Croce), un circolo perfetto. Il Battistero è il centro geometrico e simbolico della Firenze del Duecento, una immagine ideale della Gerusalemme celeste".

Conferma questa visione un affresco sulla volta della Sala dei Giudici e Notai in via del Proconsolo, che raffigura Firenze racchiusa in una pianta circolare con dodici torri. Ma non solo. Gli studi dell’architetto fiorentino dicono che il progetto incompiuto di Arnolfo verrà portato a compimento da Cosimo I nel Cinquecento. Cosimo I - scrive Manetti - faceva realizzare in Oltrarno un sistema di mura bastionate all’interno di quello medievale, ormai indifendibile dai colpi delle artiglierie posizionate sui colli circostanti. Il nuovo circuito ricalcava in parte quello provvisorio di Michelangelo per difendere la città dell’assedio imperiale del 1529, ma se ne discostava in modo che ritengo significativo, perché i nuovi capisaldi cosimiani completavano in Oltrarno la circonferenza che Arnolfo, o chi per lui, aveva concepito di qua d’Arno. La Firenze di Cosimo, duca intriso di cultura neoplatonica ficiniana, diventava, all’ombra della immensa cupola ottagonale, il centro simbolico di una terra sacra".

Alcuni anni dopo nasceranno la città del cosmo e la città del sole, Cosmopoli/Portoferraio e Terra del Sole. "Entrambe progettate da Cosimo I secondo canoni astrologici e numeri mistici - precisa il saggista - Cosmopoli racchiusa da una spirale aurea, Terra del Sole in un rettangolo i cui lati sono in un rapporto sacro irrazionale, la radice di due".