
Cartelli stradali obsoleti in viale Lavagnini (Foto Giuseppe Cabras / New Press Photo)
Firenze, 20 marzo 2023 – Il caso del lampione piantato in mezzo al posto auto tra strisce blu è diventato virale sui social. Ma di errori e paradossi della segnaletica stradale la città è piena. Basta farsi un giro per i quartieri. A causa dei lavori per la tramvia, in viale Lavagnini la viabilità è diventata complessa e tutt’altro che intuitiva. Già è difficile capire dove andare, se poi i pannelli di indicazione in alto si contraddicono,Z122475F sbagliare strada è il minimo, ma si rischiano anche incidenti. Per andare verso Le Cure-Fiesole, all’inizio del viale, i pannelli indicano a destra, mentre si dovrebbe andare a sinistra.
A Ponte a Ema, di fronte al vivaio di via Chiantigiana, un cartello segnala una farmacia comunale, ma in realtà indica una casa privata. Borgo Pinti, all’incrocio con via Sant’Egidio, all’altezza dell’arco di San Pierino, è chiuso al traffico con una catena, essendo di fatto pedonale. Eppure c’è un semaforo pedonale all’interno della catena stessa. Alquanto inutile, corrente sprecata.
In viale Gramsci impossibile portare i fiori alla statua di Mazzini senza calpestare le aiuole: il vialetto che conduce alla statua è chiuso da entrambi i lati da transenne. A farlo presente è stato venerdì, in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia, il capogruppo comunale di FdI Alessandro Draghi. Il motivo, hanno replicato gli uffici della Mobilità è che in quel punto è pericoloso attraversare e quel vialetto non va considerato un accesso pedonale. Le tettoie della tramvia lungo l’asse viale Talenti-via del Sansovino hano la forma bombata verso l’interno e quando piove l’acqua gocciola addosso a chi si ripara dalla pioggia: bisognerà intervenire. In via di San Vito che scende da Bellosguardo si sprecano le imprecazioni degli automobilisti che quasi quotidianamente s’incastrano. I navigatori la segnalano indebitamente come scorciatoia per arrivare in città dall’uscita di Certosa e il cartello segna che la strada diventa 1,80 metri; così qualcuno ci si avventura con macchine anche di media dimensione. Peccato che non si segnala che questo punto più stretto si trova in una curva secca e ripida tra due muriccioli, e quindi, con il raggio di sterzata, l’ingombro dell’auto diventa maggiore. E indietro non si torna: ripidissima e a pietroni, non c’è frizione che regga una retromarcia. Forse sarebbe il caso di consentire l’accesso ai soli residenti.
Via di Pontignale, il borgo antico dimenticato, e isolato dalla città dal muro dell’A1 e della Fipili, a differenza della parte nuova soffre di problemi di parcheggio. Lo spazio era stato individuato: sotto alla superstrada che spezza con il muro della sopraelevata la Pontignale vecchia da quella nuova, terreno inutilizzato; e poi lungo quel moncone di strada lungo la stessa, chiuso da decenni e da una rete, che prima della realizzazione dell’autostrada congiungeva via della Dogaia con via di Castelnuovo. Rimane questo brutto nastro d’asfalto, mangiato dalle erbacce, nel nulla, che va contro un muro: eppure potrebbe essere un’importante risorsa per posti auto o altre funzioni. In via Locchi angolo via Pellas, a Rifredi, i cartelli di indicazione della via sono stati montati in maniera invertita. La buffa fotografia è diventata virale sul gruppo facebook "Sei di Rifredi se...".