di Lisa Ciardi
In sofferenza ci sono Compiobbi e Fiesole, ma anche Greve in Chianti e Scarperia e San Piero, insieme a un po’ tutto il Mugello. Luoghi dove né i medici di famiglia né quelli della continuità assistenziale (ex guardia medica) vogliono andare.
Un po’ per la scomodità dei territori un po’ perché, vista la grande ricerca di dottori, chi sceglie questa professione preferisce portarla avanti in ambiti che paiono dare maggiori soddisfazioni economiche e professionali.
Ma se la periferia soffre, anche la città ha le sue difficoltà, fra pensionamenti e postazioni di guardia medica chiuse per motivi di sicurezza. Così, in particolare per i medici di famiglia, la Regione sta valutando dei bonus per incentivare i professionisti a scegliere le sedi più disagiate. Una formula che ha funzionato per l’Elba: grazie a una paga di 2mila euro a settimana e vari benefit, sono arrivate 81 domande di medici interessati a lavorare sull’isola da una a otto settimane all’anno.
Al momento – spiegano dalla Regione – la questione è sul tavolo: si tratterà di avviare una trattativa a settembre, capire quanti siano i posti vacanti, stabilire la somma da stanziare e quindi definire il bonus.
Ma, nel frattempo, qual è la situazione? Partendo dalla guardia medica, la Toscana Centro (Firenze, Prato e Pistoia) conta circa 50 postazioni, in cui dovrebbero operare 200 medici (di cui circa un terzo su Firenze e provincia): attualmente i titolari (quindi a tempo indeterminato) si contano sulle dita e quasi tutti i posti sono coperti da neolaureati e specializzandi, con contratti a termine e una rapida turnazione.
A questo, si aggiunge la chiusura di alcune postazioni considerate "a rischio" soprattutto per le violenze notturne: a risentirne, anche la guardia medica un tempo presente in via Sant’Agostino, in Oltrarno, ora cancellata. "Complessivamente le postazioni non sono diminuite – spiega la dottoressa Elisabetta Alti, direttrice del Dipartimento di Medicina Generale e vicepresidente dell’Ordine dei medici di Firenze – ma alcune non erano più sostenibili, per il rischio di violenze. Sono state quindi accorpate e razionalizzate".
"Esiste poi un problema di richieste – prosegue – nell’ultimo bando della Ausl Toscana Centro per la continuità assistenziale, su 189 domande solo un professionista ha accettato il posto. Siamo insomma in una situazione particolare, che si potrà probabilmente risolvere fra 2-3 anni, quando lo squilibrio fra l’alta richiesta di medici e i pochi professionisti disponibili si sarà riequilibrato". Non va molto meglio per i medici di medicina generale: all’ultimo bando della Ausl Toscana Centro che proponeva più di settanta posti (una quarantina a Firenze e provincia), hanno risposto solo una decina di professionisti.
"Quello dei medici di famiglia– spiega Alessandro Bonci, segretario provinciale della Fimmg – è un lavoro estremamente impegnativo, con una reperibilità continua, spese per spostamenti, strumenti e ambulatori, tutte aumentate a dismisura senza essere compensate dagli stipendi. Se in un grande centro è possibile ammortizzare questi costi dividendoli con i colleghi, nelle piccole realtà anche questo è difficile. Ben vengano dunque gli incentivi che sicuramente possono aiutare i colleghi a fare scelte altrimenti difficili".