Firenze, 7 ottobre 2024 – Si è avvalso della facoltà di non rispondere il cacciatore 46enne arrestato il 3 ottobre a Firenze per aver sparato a un ispettore della polizia provinciale, impegnato nei controlli antibracconaggio la sera del 20 agosto scorso nella riserva di caccia la Dogana, a Barberino del Mugello ( Firenze).
È accusato di tentato omicidio. Il difensore, l'avvocato Francesco Ceccherini, ha chiesto la sostituzione della misura e il gip deciderà nei prossimi giorni. La compagna, fiorentina di 34 anni, è invece indagata per aver condiviso l'ideazione e la realizzazione del fatto. I due, insieme a un amico, avevano preso in uso, per la stagione estiva, un casolare a 'La Dogana’, dove nel mese di agosto - ad eccezione del martedì e del venerdì - è ammessa la caccia al cinghiale e al capriolo. La coppia si era accorta, hanno ricostruito le indagini, della presenza dei due ispettori che rimanevano per ore appostati tra gli alberi per sorprendere i cacciatori di frodo. Anche la sera del 20 agosto - un martedì - il 46enne avrebbe notato i poliziotti dalla finestra del casolare e dopo aver spento le luci, per non essere visto, con l'aiuto di un visore notturno avrebbe sparato con in fucile ad altezza d'uomo, da una distanza di 150 metri. Per gli inquirenti, è escluso che fosse sua intenzione spaventare l'ispettore perché grazie alla potenza del visore avrebbe potuto distinguere persone da animali. Inoltre, in base a quanto ricostruito, nonostante l'ispettore fosse stato colpito e urlasse per il dolore, il cacciatore avrebbe continuato a sparare. L'altro poliziotto provinciale chiamò i soccorsi e sul posto intervennero i carabinieri e un'ambulanza. Il ferito fu portato in gravi condizioni in ospedale, dove poi subirà diversi interventi chirurgici. Nonostante il clamore i due cacciatori, secondo quanto ricostruito, non si sarebbero mai affacciati alla finestra del casolare per capire cosa fosse successo né avrebbero risposto ai carabinieri che poco dopo avevano bussato alla loro porta.