ELETTRA GULLE'
Cronaca

Firenze, nottetempo si intrufolano in un palazzo e si calano dall’alto per imbrattare la facciata da poco rifatta

E’ successo in via Gordigiani, a Novoli. Sconcerto e rabbia tra i proprietari: “Si sono spenzolati dal settimo piano. Nessuno di noi si è accorto di nulla...”. Il significato che potrebbe celarsi dietro la scritta

Il palazzo imbrattato

Il palazzo imbrattato

Firenze, 27 gennaio 2025 - “639: ti ricordi? Non smettere mai di sognare".

Questa la scritta a caratteri cubitali apparsa nella notte in cima a un palazzo di via Gordigiani, a Novoli. Un'azione spericolata, ai limiti dell’incoscienza, compiuta da ignoti che si sono calati dalla terrazza condominiale dello stabile, alto ben sette piani, per imbrattare il muro con un graffito di cui i proprietari avrebbero fatto volentieri a meno. "Anche perché abbiamo finito da pochissimi mesi il rifacimento delle facciate", commentano sconsolati alcuni residenti.

"Siamo proprio alla follia - dice Roberto, uno dei condomini -. Ci sono tre ingressi alla terrazza condominiale, che tra l’altro non dovrebbe neanche essere accessibile, dato che mancano i parapetti. Sicuramente i balordi si sono calati dall’alto e poi, poggiando i piedi sui davanzali delle terrazze del sesto e del settimo piano, hanno vergato la scritta, che ricalca quella di Ponte di Mezzo, dove c’era lo studentato autogestito".

Un’operazione pericolosissima, sottolineano i condomini. "Stanotte nessuno di noi si è accorto di nulla… Chissà, forse gli imbrattatori si sono introdotti nel palazzo approfittando dell’ingresso di qualcuno di noi. Poi, attraverso il vano scale o direttamente in ascensore, non ci vuole granché a raggiungere la copertura".

Ma cosa significa quel numero 639? Secondo alcuni si tratta di semplici tag di artisti di strada, senza particolari significati. Tuttavia, l'articolo 639 del Codice Penale italiano riguarda proprio il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

"Chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro”, recita l’articolo. “Magari questi personaggi venissero beccati e obbligati a pagare…. L’amara verità è che a sborsare soldi saremo sempre noi poveri cittadini…”, l’amaro sfogo dei proprietari.