GIOVANNI BOGANI
Cronaca

Firenze piange Nuti "Eri un poeta" Addio struggente fra ricordi e note

Padre Bernardo Gianni: "Francesco aveva una leggerezza dolorosa". I pensieri commossi degli amici di set e tv. L’omaggio di Marco Masini che intona le parole della sua canzone: "Tutto quello che è stato sarà per te". .

Firenze piange Nuti "Eri un poeta" Addio struggente fra ricordi e note

di Giovanni Bogani

"Ho studiato Youtube tutta la notte, per preparare questo discorso, ma non sono bravo come voi, non sono un esperto di cinema…". Lo dice con una tenerezza struggente, e con pudore Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, quando inizia il suo discorso in ricordo di Francesco Nuti. Qui, l’attore e regista troverà riposo, dopo un calvario durato anni. Sarà seppellito nel cimitero delle Porte Sante, come molti artisti. "Il suo sarà un volo limpido, verso la luce, verso l’assoluto, dopo avere conosciuto il buio", dice padre Bernardo. Si parla delle sofferenze, delle voragini interiori di Francesco. Ma anche di uno dei suoi film più struggenti, "Madonna che silenzio c’è stasera". E dice: "Vi parlo con il cuore in mano, mescolando i ricordi di quando ero ragazzo, e da studente del ‘Cicognini’ potei fare una visita meravigliosa sul set di quel film. Francesco aveva una leggerezza dolorosa, una gravità lieve: come scrive l’amico Giovanni, aveva qualcosa di Charlie Chaplin".

L’amico Giovanni sarebbe il sottoscritto, che si vergogna e ringrazia. E come tutti, si commuove quando Marco Masini strappa al silenzio le note di "Sarà per te", trasformando la canzone che Nuti portò a Sanremo nel 1988 in una specie di abbraccio infinito all’amico scomparso. "Tutto quello che è stato sarà per te", canta Masini. "Il cuore c’era, nella mia interpretazione. È stato emozionante cantarla davanti a tutte le persone che gli vogliono bene. È stato Francesco a guidarmi in ogni mia nota. Ci siamo visti in molte occasioni, a parlare della vita, delle sue difficoltà, trovando delle similitudini fra noi. Non aveva peli sulla lingua, e ti diceva le cose come stavano: per me è stato una guida, per affrontare le vicende con più forza".

"Ci ha regalato film che non si cancelleranno mai", dice Carlo Conti. "Il ricordo più forte? La festa che facemmo per il suo cinquantanovesimo compleanno, quando Francesco con una forza incredibile si alzò dalla sedia a rotelle per ricevere, commosso, l’applauso del pubblico".

Con Giorgio Panariello si erano incontrati a Prato più volte: "Per ‘Torno sabato’, il mio sogno era avere Francesco come ospite. Alla fine mi disse di sì, e fu quella la sua ultima esibizione televisiva. Mi fece un immenso regalo, cantando ‘Giulia non lo sa’, l’unica canzone scritta completamente da lui. Mi ha colpito con le sue fragilità, le sue incertezze. Un ricordo? Quando mi fece vedere che aveva voglia di riprendere la sua vita in mano, e arrivò con un sacchetto di plastica e due birre analcoliche Tourtel. Come per dire: sono pronto per ripartire. Francesco non è stato soltanto un regista, è stato un grande poeta". "Francesco rimarrà per sempre con i suoi film: auguriamoci che le tv li passino spesso, e che anche i giovanissimi scoprano il suo talento", dice Leonardo Pieraccioni.

Giovanni Veronesi, che ha scritto insieme a Francesco tutti i film di maggior successo, dice: "Soltanto Francesco e Troisi erano capaci di fare quei monologhi infiniti, di tre, quattro minuti, che oggi nessun attore riuscirebbe a fare". Parlando di ricordi, dice: "Ricordo quando scrivevamo i film a casa di Vincenzo Cerami, a Sabaudia: nella casa accanto c’era Alberto Moravia, quella casa l’aveva comprata Pier Paolo Pasolini… Io ero al settimo cielo, ero entrato nel mondo del cinema e mi avevano chiamato subito in Nazionale, senza passare dalle giovanili. E tutto questo, grazie a lui. E con Francesco ho conosciuto tutti: Verdone, Troisi, Benigni: io ero solo il garzone di bottega, ma era una fantastica bottega".

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, annuncia: "A un mese esatto dalla sua scomparsa, Firenze celebrerà una grande serata in onore di Francesco, in piazza Santa Croce, dove ha girato ‘Caruso Pascoski’. Francesco amava molto Firenze, qui ha girato molte scene". Prato – resente ai funerali, con il sindaco Matteo Biffoni, grande appassionato di cinema – dedicherà a Francesco Nuti le Manifatture digitali cinema, ovvero la piccola Cinecittà made in Prato, in accordo con l’assessore alla cultura Simone Mangani, con il presidente della regione Eugenio Giani e con la direttrice di Toscana Film commission Stefania Ippoliti.