Stefano Brogioni
Cronaca

Firenze, bimba scomparsa: quattro arresti per il racket delle stanze all’ex hotel Astor. C’è anche lo zio di Kata

Le indagini, nell’ambito dell’inchiesta sulla sparizione della bambina, riguardano l'episodio dello scorso 28 maggio, quando un occupante ecuadoregno precipitò da una finestra dell'immobile per sfuggire a un'aggressione

Da sinistra, i genitori di Kata, lo zio e uno degli arrestati (New Press Photo)

Da sinistra, i genitori di Kata, lo zio e uno degli arrestati (New Press Photo)

Firenze, 5 agosto 2023 – Arrestato lo zio di Kata, la bambina scomparsa lo scorso 10 giugno. Accade a Firenze nell’ambito di un'operazione legata ai recenti fatti dell'exhotel Astor.

Personale della squadra mobile di Firenze, con l'ausilio di vari reparti dei carabinieri, ha effettuato perquisizioni nei confronti delle persone che sarebbero coinvolti nell'episodio dello scorso 28 maggio, quando un occupante ecuadoregno precipitò da una finestra dell'immobile per sfuggire a un'aggressione maturata nel contesto della guerra per il controllo delle stanze.

Le indagini e la pista del Dna

Il racconto dello zio: “Così è sparita, stava giocando”

Gli arrestati sono tutti di nazionalità peruviana. Tra questi appunto anche lo zio materno di Kata, la bimba scomparsa lo scorso 10 giugno proprio dall’ex Hotel Astor.

I reati contestati sono estorsione, tentata estorsione e rapina, commessi tra il novembre del 2022 e lo scorso maggio, nonché di tentato omicidio e lesioni gravi commesse il 28 maggio, quando secondo quanto ricostruito all'Astor vi fu un raid punitivo nei confronti di alcuni occupanti.

Tra gli arrestati, oltre allo zio di Kata, c’è anche Carlos Martin De La Colina Palomino, 37 anni, nato in Perù. Si tratta di un personaggio il cui nome ricorre spesso nelle vicende dell’ex Astor. Sarebbe lui il ras, il capo che gestiva il racket delle stanze e che non si sarebbe fatto scrupoli, secondo le accuse della procura, nel minacciare e aggredire chi non lasciava gli appartamenti in tempo o chi non pagava a lui e ai suoi gli “affitti” per vivere nelle stanze dell’ex Astor. 

Non solo: sembra che coloro che gestivano il racket pretendessero dei soldi anche dalle persone che andavano a trovare gli ospiti dell’ex Astor. 

Gli arrestati escono dalla questura e vengono condotti in carcere (New Press Photo)
Gli arrestati escono dalla questura e vengono condotti in carcere (New Press Photo)

Le perquisizioni eseguite nell'ambito delle indagini della Dda di Firenze sulla scomparsa della piccola Kataleya hanno riguardato anche i genitori della bambina, il nonno e due zii paterni, uno zio materno e la moglie di quest'ultimo. I genitori sono rimasti a lungo nella caserma dei carabinieri, uscendo poi soltanto a pomeriggio inoltrato. Requisiti e poi restituiti i cellulari della mamma e del papà di Kataleya: gli inquirenti hanno scaricato le memorie degli apparecchi e adesso analizzeranno tutto, dalle chat di whatsapp all’attività sui social. 

Nello specifico, i quattro indagati ora agli arresti, avrebbero attuato un primo pestaggio con una mazza da baseball, minacciando di morte una coppia di connazionali che secondo loro doveva lasciare la stanza. I reati sarebbero stati commessi commessi tra il novembre 2022 e il 28 maggio 2023.

Dopo essersi allontanati per qualche istante, gli aggressori avrebbero proseguito le violenze nei confronti di altri occupanti di una stanza vicina per far ritorno incappucciati nella stanza della coppia dirigendosi minacciosamente verso la vittima designata, che per timore di essere uccisa si era prima appesa con le mani fuori dal davanzale per poi cadere nel vuoto. E’ la vicenda poi raccontata dallo stesso protagonista. “Sono sfuggito a chi voleva uccidermi”. 

Ma chi è lo zio di Kata? Abel Alvarez Vasquez, 29 anni, è l’ultimo ad aver visto Kata prima della scomparsa. Viveva anche lui nell’ex Astor insieme ad altri parenti della bambina tra cui la madre, che nel tardo pomeriggio del 10 giugno dette l’allarme ai carabinieri non trovando più la piccola. Secondo le accuse, Abel sarebbe stato anche lui al centro del racket e componente di una delle fazioni in guerra tra loro per il controllo delle stanze stesse. 

Il presunto capo, Carlos e lo zio di Kata sarebbero stati, secondo il gip, tra i più pericolosi all’interno dell’ex Astor proprio perché avrebbero più volte ricorso alle maniere forti per punire chi non pagava o per sgombrare dall’ex Astor chi non era gradito. 

Ci sono dei legami tra queste aggressioni e la scomparsa di Kata? Secondo diverse persone che occupavano l’ex hotel Astor poi sgombrato sì. Diverse persone della struttura, in varie interviste subito dopo la sparizione della piccola, avevano parlato del rapimento come possibile conseguenza delle risse che si erano svolte nei giorni precedenti. 

Era il 10 giugno, un giorno afoso, quando la bambina scomparve dall’ex hotel. Secondo il racconto dello stesso zio la piccola stava giocando dentro la struttura. L’uomo riferì di averla persa per un attimo di vista poi il buio: nessuno ha più visto la bambina.

Di lei rimangono un paio di video delle telecamere di sorveglianza della zona, che la mostrano insieme al fratellino e altri amichetti. Poi si dividono: i piccoli vanno a giocare a pallone, lei rientra nell’ex hotel. In un altro video, sempre delle telecamere di sicurezza, sale e riscende le scale esterne della struttura. E’ questo l’ultimo filmato in assoluto, poi Kata sparisce. 

In queste settimane le indagini sono andate avanti anche setacciando le tante telecamere in strada a Firenze, cercando di incrociare immagini e trovare una traccia. Un lavoro certosino che però fino a qui non ha dato frutti. La bambina è sparita nel nulla. Adesso questi sviluppi giudiziari che, se da una parte non sono strettamente connessi alla sparizione di Kata, dall’altro potrebbero aiutare a far luce sulla vicenda.