Firenze, 10 novembre 2021 - "Il Rodolico non veniva occupato da oltre 10 anni, se oggi siamo qui è per testimoniare che la situazione è davvero seria". Uno striscione campeggia sulla facciata della scuola superiore, recita Rodolico Occupato, come si vede anche dalla porta della scuola, che invece di essere aperta e pronta ad accogliere i ragazzi, è chiusa con un lucchetto dall’interno. Dentro ci sono gli studenti, che hanno deciso di occupare la scuola, e si sono organizzati come possibile, tra acqua, bibite e pasti per tutti, con l’aiuto di qualche adulto. All’inizio ci tengono lontani, non aprono la porta e non vogliono parlare con noi, ma con il passare dei minuti decidono di raccontare la loro protesta.
"Il motivo dell’occupazione è strutturale – raccontano due rappresentati degli studenti, che sono venuti a spiegarci la battaglia dei ragazzi del Rodolico -. Vogliamo mettere in luce i problemi edilizi presenti nella sede di via Baldovinetti, come la condizione dei bagni diroccati al primo piano e in generale l’assenza un’adeguata manutenzione scolastica. Pensiamo a quando è crollata una parte di un’aula di scienze o quando ha piovuto in alcune aule dell’ala nuova. Chi ci assicura che non possa risuccedere, vista la mancanza di controlli periodici sull’agibilità dell’edificio. La succursale, inoltre, è molto lontana dalla sede, ed è a sua volta frammentata in altre sedi. Se il covid ha minato la vita degli studenti, questi problemi di edilizia e logistica stanno distruggendo tutta la normalità dei ragazzi. Abbiamo deciso di espandere la protesta a tutta la scuola, occupando tutte le sedi del liceo Rodolico. Da diversi anni a questa parte infatti, mancano gli spazi didattici adeguati ad una qualsivoglia vita studentesca, ogni anno sistematicamente negata e ulteriormente aggravata con lavori prolungati per mesi. Ci hanno costretto a studiare fuori sede e fuori orario, addirittura impedendo ad alcuni di andare a scuola. La nostra critica non è rivolta al nostro corpo docente, o al preside del Rodolico, ma direttamente all’ufficio scolastico regionale e al ministero a Roma".
Una protesta che non ha una data di fine, ma che non vuole creare disagi a una scuola che già ha tanti problemi. "Andremo avanti almeno una settimana, ma siamo pronti al dialogo sia con il corpo docente che con i dirigenti scolastici per trovare una nuova forma di protesta, siamo qui per far sentire la nostra voce. L’appello che vogliamo lanciare è a tutti gli studenti, di non farsi scivolare le cose addosso, ma di lottare e far sentire la propria voce, sempre e comunque".