MONICA PIERACCINI
Cronaca

Gli studenti toscani fuggono dall'ora di religione: Firenze prima in Italia

Nell’anno scolastico 2023-2024 uno studente fiorentino su due ha scelto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. In testa il Sassetti-Peruzzi, con quasi l’87% di “laici”.

Studenti in una classe

Studenti in una classe

Firenze, 28 aprile 2025 – Firenze e la Toscana ai vertici della "fuga" degli studenti dall'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali. A rivelarlo è un'elaborazione dell'Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, sui dati del ministero dell'Istruzione e del Merito per l'anno scolastico 2023-2024.

La Toscana si piazza al terzo posto a livello nazionale tra le regioni più "laiche", con il 29% degli studenti che hanno scelto di non avvalersi dell'ora di religione, superata solo dalla Valle d’Aosta (32,5%) e dall’Emilia Romagna (29,3%). Nel dettaglio provinciale, Firenze conquista il primato assoluto: nella città capoluogo oltre la metà degli studenti (51,5%) ha deciso di non frequentare l'ora di religione, facendo segnare la percentuale più alta d'Italia. Seguono Bologna (47,29%) e Aosta (43,58%).

Nella top ten nazionale figurano anche altri capoluoghi toscani: Prato (37%) e Livorno (36%), a testimonianza di una tendenza diffusa in tutta la regione.

In totale, a livello italiano, gli studenti che hanno rinunciato all’ora di religione sono stati oltre 1 milione e 164mila, con un incremento di 68mila unità rispetto all’anno precedente. La media nazionale di non avvalentisi è passata dal 15,5% del 2022/23 al 16,6% del 2023/24.

Tra gli istituti scolastici, spicca ancora una volta Firenze: l'Istituto tecnico Sassetti-Peruzzi è terzo a livello nazionale con quasi l’87% di studenti che non seguono l’ora di religione. Tra i licei primeggia il l’artistico Leon Battista Alberti (84,6%).

«Non si tratta di freddi numeri, ma della fotografia di un cambiamento profondo – sottolinea Roberto Grendene, segretario nazionale dell'Uaar –. Sempre più famiglie chiedono una scuola pubblica davvero laica, mentre il Ministero sembra ancora troppo concentrato a favorire l’insegnamento religioso, tra concorsi gestiti dai vescovi e iniziative come lo studio della Bibbia a sei anni in chiave identitaria».

L'Uaar ha ottenuto i dati con un accesso civico generalizzato, precisando che manca ancora una pubblicazione ufficiale nel Portale unico dei dati della scuola.