
Alberto Mattei mentre illustra un progetto di chirurgia laparoscopica in 3D
Firenze, 27 gennaio 2022 - Bruciano, gli schiaffi. L’ultimo a Careggi arriverà con la partenza ormai imminente del chirurgo senologo Luis Jose Sanchez. Vincitore di concorso di struttura complessa all’Asl Toscana centro, dal primo febbraio guiderà la Breast unit da super primario delle aree di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli. L’unità operativa ha sede a Ponte a Niccheri dove la senologia sarà dunque ulteriormente potenziata, diventando un importante punto di riferimento per le donne che si devono operare di tumore al seno.
Il policlinico, invece, da centro di gravità dell’eccellenza sanitaria qual è, continua a perdere pezzi pregiati. Assistendo alla fuga dei bisturi più illustri. Anche se si stanno facendo strada nuove generazioni di professionisti che lasceranno il segno. D’altra parte dal terremoto scatenato dall’inchiesta ‘cattedropoli’, con i tantissimi pensionamenti e le uscite per scelta, Careggi si è trovata a dover affrontare un’opera di rifondazione che avrà bisogno di tempo. "I nuovi ingressi ci sono e sono di grandissima qualità: Careggi ha un’occasione unica di rinnovo. I professionisti che arrivano si faranno strada", spiega il direttore generale Rocco Damone.
Dopo aver lasciato andare all’Asl Toscana centro Alberto Mattei, faro della chirurgia ginecologica oncologica mininvasiva, ora tocca a Sanchez. Con la competenza di queste due figure l’Asl completa un progetto importante di polo oncologico per la salute della donna. Careggi, invece, perde un altro pezzo da novanta. Ma la storia della Breast Unit di Careggi, guidata dall’ottimo Lorenzo Orzalesi, professore associato all’Università di Firenze, è tormentata ormai dalla notte dei tempi, nell’eterna lotta tra ospedalieri e universitari.
Negli ultimi tempi da Careggi se n’è andato il professor Paolo Muiesan, uno dei riferimenti internazionali per i trapianti di fegato e della chirurgia epatobiliare, ora è ordinario all’Università di Milano e guida l’unità operativa complessa al Policlinico di Milano. Era tornato in Italia, attratto dalla prospettiva di Careggi, poco tre anni fa dal Queen Elizabeth Hospital di Birmingham: i trapianti sono la sua specialità assoluta, ne ha fatti più di mille da primo operatore. Ma in Toscana, nonostante i tentativi di far partire una rete che gli consentisse di lavorare, è riuscito a farne pochissimi. L’esodo più massiccio a Careggi era cominciato nel 2016. Complice, dicevano, anche il pensionamento di un gran numero di professionisti, le file di luminari di richiamo sono andate via via assottigliandosi: nel 2022 si avvia a conclusione (a novembre) anche la carriera del professor Niccolò Marchionni, massimo erede della scuola di geriatria di Francesco Antonini. L’ultimo a lasciare, a novembre, era stato il direttore del dipartimento Oncologico e della Urologia oncologica mininvasiva robotica e andrologica: il professor Marco Carini è uno dei bisturi di maggior richiamo nel settore. A lui si deve, in più di quarant’anni di carriera, la formazione di una scuola solida e nota a livello internazionale. A dicembre ha assunto la guida della struttura Andrea Minervini, membro del board direttivo di prestigiose società europee, con all’attivo oltre 300 pubblicazioni su riviste indicizzate internazionali. Minervini ha eseguito oltre 4mila interventi, di cui oltre 2mila di chirurgia laparoscopica e robotica.
Tra gli addii più recenti per scelta, quello del professor Marco Innocenti, una star della microchirurgia, che ha portato la sua competenza e quattro progetti innovativi per il nuovo centro di chirurgia Ortoplastica nato in seno all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, andando a capo della struttura, in cui le competenze dell’ortopedia si fondono con quelle della chirurgia plastica.