
Nell'ultima alluvione del 14 marzo in via Arnoldi hanno perso auto e moto nei garage
Firenze, 11 aprile 2025 - Alluvionati due volte in poco più di un mese: il 28 gennaio e il 14 marzo. Garage e seminterrati pieni d’acqua, auto e moto da buttare, ricordi accumulati nelle cantine spariti nella melma. Non siamo a Sesto o nella Val di Sieve, dove il maltempo ha fatto danni, ma a Soffiano, alla base della collina di Bellosguardo, precisamente nella nuova via Arnoldi. Qui gli allagamenti sono una ricorrente, e sempre di più. Principale imputato, il fossetto che proviene dai campi sovrastanti e si intomba proprio dalla parte opposta della strada.
Beffa ulteriore, queste proprietà che si allagano di continuo, sono perlopiù appartamenti ad affitto agevolato: una venticinquina famiglie non così indigenti da avere una casa popolare, ma che il Comune a suo tempo ha inserito in una graduatoria per ottenere una pigione calmierata, visti i prezzi fiorentini.
A complicare le cose lo status della proprietà: “Le Quinte Srl, impresa in liquidazione, con cui è impossibile interloquire – spiega Lucia Geri, una delle inquiline colpite, da anni alla ricerca di una soluzione alla questione – Il danno economico è forte, ma a essere distrutto è soprattutto il morale e viviamo con la paura che a ogni temporale ritorni. Abbiamo contattato ogni ente possibile, ma nessuno interviene concretamente. L’unico a impegnarsi attivamente per dipanare la matassa il Quartiere 4, nella figura del presidente Dormentoni. Intanto siamo anche in fase interlocutoria con le Direttive Ambiente e Viabilità. Chiediamo sia fatta prevenzione, perché risuccederà ancora”.
Che poi anche la strada si allaga e prima ancora che nel pantano, nei cavilli giuridici: in alcuni tratti è pubblica, in altri privata con diritto di pubblico passaggio; risultato pratico, scaricabarile sulle competenze di chi deve fare cosa.
Fatto è che per secoli la vocazione della collina è stata agricola, e quell’acqua è stata risorsa per i contadini: ora il destino di Bellosguardo è sempre più quello di investimento immobiliare e si è andata sgretolando quella governance di pubblico-privato nel regimentare fossi e rigagnoli. Un effetto a catena che dalla vetta si somma di terreno in terreno e si riversa nella piana sottostante.
In più ci si mette anche la burocrazia, che spezzetta la gestione delle acque tra vari enti: “Abbiamo fatto dei primi sopralluoghi – afferma il presidente di Quartiere 4 Mirko Dormentoni – Vogliamo affrontare il problema, che impatta su molte famiglie di via Arnoldi. Cercheremo di trovare le soluzioni possibili, anche se si tratta di una situazione complessa che riguarda tutto il sistema collinare del nostro quartiere. Il fattore scatenante è la cura sempre più debole del territorio da parte dei privati”. “Vorremmo perciò fare innanzitutto appello ai proprietari dei terreni a fare tutto ciò che è nelle loro possibilità e responsabilità a livello di manutenzione del territorio, cura e pulizia dei fossi, regimentazione delle acque – conclude Dormentoni – Detto questo, stiamo cercando di coinvolgere e coordinare tutte le istituzioni competenti, che sono di vari livelli, in primis la Regione, responsabile in materia di rischio idrogeologico”. Publiacqua da parte sua, specifica di non avere responsabilità sulla questione: “Il problema riguarda le acque meteoriche e quindi non è di nostra competenza”. Carlo Casini