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La storica discoteca Flo’, ogni estate, è la meta preferita dei fiorentini e degli studenti stranieri
di Antonio PassaneseFIRENZELa trasformazione della discoteca Flò nel nuovo Twiga Firenze – semmai la famiglia Cardini, che è proprietaria del locale, e Dimitri Kunz d’Asburgo, compagno di vita e socio in affari della ministra del Turismo Daniela Santanchè, dovessero formalizzare la compravendita dello spazio estivo di viale Michelangiolo – dovrà prima passare al vaglio della Soprintendenza per il via libera. Ma l’ambizione di mister Santanché – ovvero, chiudere con una vetrata il locale – contrasterebbe con i due vincoli apposti all’area: quello paesaggistico e quello ’diretto’, che tutela non solo la collina ma anche il Piazzale, il viale e la Loggia. Kunz, prima di staccare l’assegno milionario (non è dato sapere al momento quale sia stata la sua offerta economica) e di investire su Firenze avrebbe chiesto che la discoteca all’aperto, e in attività solo per pochi mesi, possa essere coperta così da renderla fruibile tutto l’anno, e non solo durante la bella stagione.
"Questa proposta mi sembra assai strana – spiega la soprintendente Antonella Ranaldi – e anche poco fattibile. Sono a conoscenza del fatto che il Flo’ non sia messo bene e che sarà ristrutturato, ma le mie informazioni sono diverse e non prevedono la chiusura dello spazio. Per quanto ne so lì dovrebbero essere istallate delle strutture, tipo pergolati. Il locale va migliorato ma non stravolto".
Insomma, per gli uffici di piazza Pitti "bisogna rispettare quei luoghi senza impattare con tutto ciò che c’è intorno". E poi, aggiunge Ranaldi, "parliamo di un luogo iconico, molto visibile. Di certo, se dovesse arrivarci un progetto che prevede una sorta di dehors non concederemo alcuna autorizzazione".
A proposito di autorizzazioni, è bene sottolineare che la famiglia Cardini – che si è affidata all’archistar Marco Casamonti per dare nuova vita allo spazio estivo – prima di dare l’avvio ai lavori dovrà presentare il progetto al Comune. Saranno poi i tecnici di Palazzo Vecchio a chiedere un parere alla Soprintendenza, "deputata a rilasciare l’autorizzazione paesaggistica". Gli uffici dell’assessorato all’Urbanistica ci tengono a precisare che sul Flò "c’è un vincolo ai sensi del Decreto Ministeriale del 05/11/1951, con dichiarazione di notevole interesse pubblico del territorio delle colline a sud della città di Firenze e a est della via Senese".
Dopo che la Soprintendenza avrà deciso, mister Santanché dovrà fare la sua scelta. Acquistare comunque il Flò o puntare su qualche altro locale del centro storico? Non è escluso, però, che l’imprenditore valdarnese Claudio Cardini possa trovare, insieme a Casamonti, una soluzione per far sbarcare nel capoluogo toscano il brand del lussuoso stabilimento balneare del Forte.