OLGA MUGNAINI
Cronaca

Fondazione Palazzo Strozzi: "Un’eredità di cultura. E indotto unico in Europa"

Il bilancio del presidente uscente Giuseppe Morbidelli dopo due mandati "Attenzione a scuola e persone in difficoltà. Un problema gli spazi ridotti".

Giuseppe Morbidelli, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi

Giuseppe Morbidelli, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi

Per due mandati ha guidato una delle fondazioni più importanti del contesto culturale italiano, capace di trasformare l’arte in un volano significativo per tutto il tessuto economico del territorio.

Ma adesso il professor Giuseppe Morbidelli passa il timone della Fondazione Palazzo Strozzi a un nuovo presidente, che sarà nominato dal nuovo Cda martedì prossimo. Senza troppa suspense, si sa che dovrebbe essere Luigi De Siervo, l’amministratore delegato della Lega Serie A.

Presidente Morbidelli, come lascia la Fondazione?

"Intanto con una programmazione condivisa col direttore generale Arturo Galansino, che arriva quasi fino al 2030, con mostre importantissime di personaggi di grande rilievo sia culturale che mediatico. Basti pensare alla prossima sul Beato Angelico. Lasciamo quindi un’eredità, non di affetti ma di cultura, molto importante".

Una mostra che le è rimasta nel cuore?

"Quella su Donatello. Del resto io ho una cultura classica e diciamo che preferisco quell’arte lì a quella contemporanea. Con Donatello abbiamo offerto un grande palcoscenico per il Rinascimento e il sorgere del Rinascimento, dal contatto con i grandi del suo tempo, a partire da Brunelleschi. Per andare al contemporaneo invece, sono stato molto colpito da artisti come Jeff Koons e Anselm Kiefer".

Tutte mostre per il grande pubblico, ma anche per tutte le “categorie“ di pubblico.

"Sì, diamo un’enorme attenzione alla scuola, con tantissime iniziative. Ma anche alle persone in difficoltà, ad esempio a chi soffre di Alzheimer o con problemi percettivi, perché i medici dicono che il rapporto con l’arte risveglia esperienze che riaccendono segnali".

Veniamo alla parte economica e del bilancio.

"Il nostro bilancio è fatto in gran parte con risorse private e non pubbliche".

Oggi cos’è Palazzo Strozzi?

"Un unicum nel panorama italiano e forse europeo. Ci sono studi per vedere l’indotto delle nostre attività che è sette-otto volte il bilancio, che quest’anno è di quasi nove milioni. Indotto che va dai trasporti, agli alloggi, ristorazione, acquisto di gadget, facchinaggio, consulenze e tanto altro".

Però avete anche un importante sostegno pubblico.

"E’ vero, a cominciare dal Comune che ci dà il palazzo, che è di sua proprietà. Diciamo che gli enti pubblici ci danno la stabilità, perché sappiamo che tutti gli anni abbiamo quei finanziamenti decisi di Regione, Comune e Città Metropolitana, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. A cui si aggiungo poi sponsorizzazioni e contributi che dobbiamo andare a cercarci. Va ricordato che mediamente abbiamo incassi per 900-1000 biglietti al giorno".

Qual è una criticità per il lavoro della Fondazione?

"Gli spazi, con molte difficoltà logistiche sia per gli uffici, sia per l’attività più propriamente artistica. Nonostante ciò lo staff riesce sempre a lavorare con grande professionalità. Per esempio, se avessimo più spazio potremmo dare più visibilità ai giovani emergenti ed ad avere anche una nostra collezione permanente".

Ha già parlato col presidente designato Luigi De Sievo?

"Certamente, è una persona che conosco benissimo e che credo abbia tutti i requisiti per svolgere al meglio questo compito".