Fondi per l’Istituto storico della Resistenza. Il direttore replica: "Cariche senza gettoni"

Palagi (Spc): "L’antifascismo deve diventare elemento comune a tutti"

Fondi per l’Istituto storico della Resistenza. Il direttore replica: "Cariche senza gettoni"

Fondi per l’Istituto storico della Resistenza. Il direttore replica: "Cariche senza gettoni"

Continua il dibattito politico sull’Istituto storico della Resistenza toscana. L’appello fatto dal presidente Vannino Chiti per avere ulteriori fondi ha innescato una serie di reazioni. Il consigliere Fdi a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi ha chiesto di guardare "all’incremento delle spese e dei compensi dell’Istituto storico della Resistenza". Una frase che ha provocato, ieri, lo sdegno del consigliere di Spc Dmitrij Palagi e direttamente dell’Isrt. "Un consigliere di Casaggì, eletto nuovamente in Palazzo Vecchio chiede conto delle spese dell’istituto, indirettamente sollevando domande sull’opportunità di nuove coperture economiche – ha dichiarato riferendosi a Draghi -. Dare per scontato l’Istituto storico della Resistenza, l’Anpi e le tante realtà impegnate sul fronte dello studio del passato, della conservazione della memoria, è l’errore più grande che possiamo fare". Secondo Palagi "l’antifascismo non deve mai essere una ritualità buona per richiamare le persone al voto utile. Deve essere una prassi, che mette in discussione e dove ritrovare culture politiche distanti, perché diventi effettivamente elemento comune a tutte le formazioni".

Da parte del direttore dell’Isrt Matteo Mazzoni è arrivata una replica sul merito. "Le cariche di presidente, vicepresidente e consigliere dell’Isrt sono gratuite e senza gettoni, basate solo su volontariato e dedizione personale", ha sottolineato. "I numeri e i documenti pubblicati nella sezione amministrazione trasparente dell’Isrt rappresentano una parte del bilancio dell’Istituto e corrispondono a quelli richiesti dalla legge in materia di comunicazione della destinazione delle risorse alle cariche sociali e agli associati dell’ente – ha precisato Mazzoni -. Dal novembre 2022 l’istituto è iscritto al terzo settore e come tale il suo bilancio è consultabile sul Registro unico del terzo settore". Da Isrt è stato anche precisato che la struttura ha rafforzato "il personale attraverso la stabilizzazione di una posizione e l’aumento progressivo delle ore dei dipendenti part-time. La tutela della dignità del lavoro e dei lavoratori - di dipendenti e collaboratori - è la bussola di queste scelte".

Niccolò Gramigni