Gabriele
Canè
Giusto. Ma come? Perché per lasciare a casa la macchina bisogna avere alternative valide. Che non sono le biciclette o i monopattini, adatti in Olanda o ai giardini. Semmai, i mezzi pubblici. Non quelli strapieni nelle ore di punta, però, quando le portiere fanno fatica a chiudersi, per cui tanta gente prende le distanze da questo non distanziamento usando la propria auto.
E’ vero. Il Comune ha aumentato il numero dei bus. Ma l’obiettivo del viaggio no-covid resta lontano. Troppo. Sui tram pare che le cose vadano un po’ meglio. Ma è il traffico veicolare che va peggio dove c’è (e ci sarà ) la tranvia, perfetta per le grande arterie, ma devastante nelle strade in cui i due binari in pratica occupano tutta la sede stradale.
In passato si parlò molto della metropolitana. Ne hanno fatte ovunque: a Genova, a Napoli.
A Firenze se ne sentirono di tutti i colori, tipo che da noi c’è un fiume (e a Mosca no?) e che il sottosuolo è pieno di reperti. Figuriamoci a Roma. Eppure l’hanno fatta anche lì. Da noi no. E adesso un paio di linee farebbero molto comodo anche qui.
Troppo tardi. Infine i (tanti) cantieri.
Attorno al muro del pianto (e delle lunghe code) di piazza Libertà si sta consumando una estenuante manfrina archeologica. Il giorno in cui la discussione finirà sarà sempre tardi. Per adesso, in generale, difficilmente le cose cambieranno. Qualche autobus in più da immettere nelle strade non guasterà. Ma i guasti sono troppo antichi per dipanare oggi il grande ingorgo nato ieri.