Stefano Brogioni
Cronaca

Forteto, le carte inedite: quei bonifici nell’ombra. “Fondi distolti alle vittime”

L’inchiesta della guardia di finanza sui conti di cooperativa e associazione. E ora spunta un colosso per il salvataggio: voci sull’interesse di Granarolo

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Rodolfo Fiesoli viene condotto in carcere dai carabinieri. Oggi sta scontando la pena ai domiciliari

Firenze, 25 novembre 2024 – Si mormora che il colosso Granarolo sia interessato a rilevare la realtà produttiva che fu il Forteto, oggi Forte Mugello, che ha interrotto l’attività lo scorso mese di ottobre annunciando lo stop dell’attività e la conseguente cassa integrazione per una settantina di lavoratori.  Ma se per il futuro c’è qualche spiraglio, è sempre il passato che pesa, anche sotto l’aspetto economico, nei conti della cooperativa fondata negli anni ’70 da Rodolfo Fiesoli e legata a doppio filo alla comunità diventata tristemente nota per gli abusi ai danni dei minori che, su disposizione del tribunale dei minori, vi venivano accolti. Ma sono stati i risarcimenti a contribuire al dissesto, o il motore economico del Forteto si è inceppato anche per certe operazioni avvenute nell’ombra? Abbiamo consultato gli atti, finora inediti, delle indagini della guardia di finanza innescata da una denuncia presentata nel 2019 dall’allora commissario Jacopo Marzetti.

Le operazioni sospette. Sono diverse le segnalazioni. Alcune riguardano la terza realtà, l’associazione Forteto, posta in liquidazione nel 2019 in concomitanza con lo stanziamento di 850mila euro di fondi per far fronte ai risarcimenti imposti dagli esiti dei processi. Alcuni dei fedelissimi di Fiesoli, anche estranei alle condanne, accesero un mandato presso la Fiduciaria Emiliana srl, per la costituzione di una società agricola a Dicomano. “La Farniola“, al momento degli accertamenti della finanza non era ancora attiva, ma il sospetto delle fiamme gialle è che l’operazione, costata 490mila euro, sia stata compiuta con una provvista di complessivi 664mila euro trasferiti alla fiduciaria allo scopo di “distogliere fondi dal Forteto a danno delle vittime”.

Le fiamme gialle hanno evidenziato anche alcune operazioni sospette compiute da persone vicine a Fiesoli in concomitanza dell’avvio dei processi. Tra il febbraio e il maggio 2013, l’Associazione Forteto bonifica a L.C., moglie del ’profeta’, in più tranche, oltre 47mila euro. D.T., che fu imputata con Fiesoli, tra il maggio e il settembre del 2014 riceve 4 bonifici per complessivi 36mila euro, due direttamente dalla Cooperativa Il Forteto di cui era dipendente e gli altri due da dipendenti, che utilizzerà per aprire una polizzia vita da 29mila euro in favore della figlia. Un’altra imputata, E.S., nei mesi del 2015 che precedono la sentenza di primo grado (in cui verrà condannata a 3 anni) prima incassa un rimborso titoli per circa 450mila euro, poi sottoscrive due polizze per un totale di 190mila a beneficio del marito e della figlia, poi “sposta“ 335mila euro a favore della madre con causale “reintegro successione“ del padre, morto tre anni prima. Anche la cooperativa accredita all’imputata 58mila euro come “prelevamento da prestito sociale“ ma che ai finanzieri appare “non congruo”, visto che la lavoratrice aveva dichiarato redditi da lavoro dipendente per 20mila euro.