Firenze, 12 settembre 2014 - CARO DIRETTORE, la guerra che quotidiamente mette con le spalle al muro le nostre forze dell’ordine non sembra avere senso. Mi spiego: leggiamo di malavitosi o di chi — sul filo della criminalità — sfida sfrontato polizia e carabinieri e quando questi sparano li si sommerge di critiche. E si tagliano pure i fondi per uno stipendio degno. C’è qualcosa che non va. Elio Savelli, via email
Risponde il vicedirettore Mauro Avellini
IL CLIMA INTORNO ALL’ORDINE PUBBLICO non ci piace. Quel povero ragazzo di Napoli è stato ucciso per errore, ma hanno incendiato le auto della polizia e hanno costretto un militare dell’Arma a togliersi il cappello. Eppure scappavano in tre sul motorino, pare insieme a un latitante. Una roba molto rischiosa, però nessuno lo ricorda. Dispiace anche per Ciro, il tifoso «eroe» caduto sotto i colpi dell’avversario romanista il 3 maggio scorso, ma secondo l’inchiesta era anche lui nel pieno di una rissa, con il ferito a terra che sparava. La colpa? Naturalmente di questore e prefetto: secondo gli ultrà se ne devono andare e ci sarà pure qualcuno che starà ad ascoltarli. E poi i quattro carabinieri presi a coltellate da un «povero» clochard tedesco. Forse ci chiederà i danni la Merkel? Il segretario della Lega si fa vedere con la maglietta che vuole sfoltire i corpi di polizia (sette, secondo lui). Il premier non trova i soldi per gli stipendi degli agenti. No, non è un clima che ci piace. Specialmente se è un coro e se nasce da verità rovesciate.