
I lavori per il ripristino della frana di Vallina erano iniziati lo scorso luglio (FotocronacheGermogli)
Slittano ancora di almeno altre due settimane i lavori per il ripristino della frana di Vallina. Dovevano finire il 12 dicembre, poi il 28 febbraio. Invece andranno ancora avanti almeno fino metà marzo. Il cantiere aperto a metà luglio non riesce ad essere completato a causa – spiegano dalla Città Metropolitana, committente dei lavori e competente per la strada provinciale – del maltempo che in questi mesi non ha dato grandi momenti di tregua. È il prolungarsi di un’agonia per i tanti pendolari che percorrono quotidianamente la via di Rosano tra la Valdisieve e Firenze: il ripristino della frana sulla provinciale 34 all’altezza di Vallina-Le Gualchiere all’altezza del km 7+600 comporta un restringimento di carreggiata e un senso unico alternato. Nelle ore di punta, significa code e attese. Ma ai pendolari è richiesta ancora una buona dose di pazienza.
La ditta ha ottenuto un’ulteriore proroga dei tempi previsti dall’appalto iniziale per ripristinare definitivamente il movimento franoso che già due volte, nel 2014 e nel 2018, aveva fatto finire detriti e sassi sulla provinciale. Si parla dunque di almeno tre mesi e mezzo in più rispetto al cronoprogramma iniziale. E la prossima settimana sarà ancora più difficile andare e tornare da lavoro per i pendolari: in uno o più giorni in data ancora da definire, ma nel periodo che va dal 17 al 23 febbraio, arriverà finalmente il momento di montare i paramassi sulla collina adiacente via di Rosano. Un’operazione difficile e invadente, che era prevista per settembre scorso, poi per i primi di dicembre. Ma proprio il maltempo e le tante piogge avevano costretto addirittura a un cambio di programma nella lavorazione: per il pericoloso disgaggio dei massi che si trovano sul lato della strada, era stato inizialmente previsto l’uso del "ragno", un mezzo semovente su cui alloggiare la perforatrice che avrebbe permesso di ancorare i montanti paramassi; è stato sostituito con la cosiddetta "slitta", dotata di zampe ad alto rischio scivolamento. Essendo un mezzo più leggero e ancorato a monte con delle funi, ha potuto lavorare anche su un terreno molto scivoloso, seppur con una maggiore lentezza. Anche per questo i tempi si sono dilatati.
Ora per sistemare finalmente i 37 montanti in acciaio di altezza fuori terra di 3,5 metri, servirà un elicottero e per farlo lavorare in sicurezza, andrà interrotta la circolazione. Dunque nelle prossime ore si attende la data (o le date, se ci vorrà più di un giorno) in cui tutto il traffico dovrà essere deviato sull’Aretina, sul fronte fiesolano, salvo finestre di qualche ora in cui sarà possibile passare in assenza dell’elicottero. Ci vuole ancora pazienza, dunque, ma siamo davvero alla fase finale del secondo e ultimo lotto da 1,25 milioni di euro che, combinando il rafforzamento attivo con stesa e ancoraggio a terra di una rete in acciaio ad alta resistenza e una difesa passiva di barriere paramassi disposte lungo il versante, promette di risolvere per sempre il rischio frane sulla provinciale 34.