OLGA MUGNAINI
Cronaca

Vecchioni al Francesco Live, "Giovani senza stimoli perché noi non li diamo"

Cantautore, poeta, scrittore: domani sera dialogherà con tre studenti a Firenze. "Dobbiamo imparare a dar loro fiducia. La vita è osare, il perdono è essenziale"

Firenze, 10 aprile 2024 – Quattro giornate di sguardi sul futuro nel nome di Francesco d’Assisi. Più di mille giovani, provenienti da tutta Italia e da differenti contesti culturali, insieme rivivranno lo spirito di quel giovane che otto secoli fa abbracciò un sogno di povertà e ne fece una forma di vita. Da domani a domenica si svolge a Firenze “Francesco Live!“, evento con conferenze, laboratori, spettacoli, confronti e momenti di spiritualità.

Roberto Vecchioni
Roberto Vecchioni

Tra gli ospiti Chiara Giaccardi, Stefano Mancuso, Stefania Brancaccio, Lorenzo Baglioni, Matteo Faustini, AmiCainoAbele, don Gigi Verdi, Alessandro Sannino, Hamdam Al Zeqri, per parlare delle sfide della nostra epoca, fra cambiamento climatico, economia, non-violenza, perdono e altro.

I luoghi di “Francesco Live!“ sono Palazzo Vecchio, la Basilica di Santa Croce, Santa Maria Novella e Piazzale Michelangelo. Organizza l’evento la pastorale giovanile dei Frati Minori della Toscana, in collaborazione con la Gioventù Francescana d’Italia, Opera di Santa Croce e la comunità dei Frati Minori Conventuali, Comune di Firenze.

Ad aprire gli appuntamenti sarà il cantautore, poeta e scrittore Roberto Vecchioni che domani alle 20.30 nel Salone de’ Cinquecento dialogherà con tre giovani.

Professor Vecchioni, che senso ha un festival dedicato a San Francesco?

"Dio ha fatto un essere meraviglioso che si chiama Francesco e ha perso lo stampo, non ce ne sono più. E’ stato unico. E’ un capostipite senza seguaci. Di seguaci ne ha, ma non come lui, non arrivano alle sue altezze".

Come li vede i giovani di oggi?

"I ragazzi dovrebbero avere molti più stimoli , non soltanto terreni ma anche spirituali. E invece non ne hanno da nessuno, né dai vecchi, né dalla società, né dal mondo, né dal futuro. Quindi, veda lei come possono fare ad essere felici, o come fanno a non essere cinici e arrabbiati contro un mondo che non li considera".

Eppure quando incontrano qualcosa di buono lo sanno riconoscere.

"La maggior parte dei ragazzi sì. Facciamo sempre di tutta un’erba un fascio, ma non va bene. Molti sono all’altezza: credono, pensano, sperano, ci provano. Ma i ragazzi vanno spinti, aiutati, vanno presi in considerazione, dobbiamo dare loro fiducia. Perché vedono che tutto crolla intorno e hanno bisogno di buoni maestri, che però non rompano i coglioni; che facciano loro capire che passato e presente sono uniti; e che si deve andare avanti guardando indietro".

L’incontro d’apertura si intitola “Osare, un verbo per il futuro”. Cosa significare “osare”?

"Osare se te lo permettono i vecchi bacucchi. Nel senso che la vita è osare. Non si può stare addormentati su una poltrona ad aspettare che piova la manna. Bisogna anche sbagliare, pure tante volte, ma provarci sempre nella vita, continuamente".

E invece sbagliare è quasi vietato nella nostra epoca.

"Perché quelli che comandano hanno troppa fretta, e quindi se tu non sei adatto pazienza. Ed è lì che si creano scompensi e crisi esistenziali".

Una parola di San Francesco è perdono. Cosa significa oggi?

"Il perdono è essenziale. Una parla che ha ripreso il nostro Papa. Perdonerebbe tutto lui, perché ha compreso dal Vangelo che non si può pagare tutta la vita magari per un solo errore".