L’opzione Castellani, per la Fiorentina, potrebbe non essere del tutto chiusa. Se infatti i Viola dovessero andare a giocare a Empoli soltanto per pochi mesi, in attesa che il Padovani sia pronto con la capienza portata dagli attuali tremila a sedicimila posti, probabilmente la sindaca Brenda Barnini – che ieri l’altro ha fatto capire a Dario Nardella e a Joe Barone che "per motivi di ordine pubblico" era impensabile che la sua città ospitasse anche le gare della Fiorentina – potrebbe forse cambiare idea. Ma questa per ora è solo ed esclusivamente una suggestione. O una speranza.
I veri nodi da sciogliere, al momento, sono altri. Innanzitutto il prezzo reale per il restyling del Franchi che non è, come noto, di 151 milioni come prevede il bando di Palazzo Vecchio, ma di circa 100 milioni. Questa la cifra che sarebbe emersa in un recente confronto tra Joe Barone e Dario Nardella. Mancherebbero infatti i fondi per le rifiniture, bar compresa la copertura di Maratona e Ferrovia. Anche se da casa viola al momento non è arrivata alcuna conferma, 50 milioni potrebbero venir fuori nientemeno che dalle tasche del presidente Rocco Commisso (già, ma a quali condizioni? Andrebbero con tutta probabilità ridiscusse le concessioni che a quel punto la società chiederebbe fossero gratuite per diversi anni in modo da rientrare della spesa), gli altri 50, invece, potrebbero arrivare da un mutuo che chiederebbe il Comune con l’avallo del Credito Sportivo.
I lavori dunque procederebbero a tappe e – per non perdere i fondi statali che ad oggi appunto coprono poco più della metà dell’investimento complessivo – l’amministrazione – che il 31 dicembre assegnerà il cantiere a una delle due aziende che hanno partecipato alla gara (la scandenza era fissata alle 12 di lunedì scorso) la Cds Costruzioni di Brescia e la Cobar di Bari – dovrà necessariamente dare il via al restyling dello stadio di Campo di Marte entro marzo 2024 per terminarlo entro agosto del 2026. Il grande sogno che sta a monte dell’intera operazione è infatti consegnare alla città l’impianto di Nervi ammodernato in concomitanza con il compimento dei primi cento anni della Fiorentina, fondata il 26 agosto del 1926. Marzo dunque, a meno che non ci sia un intervento diretto del governo su cui starebbero cercando sponde sia la Fiorentina che il Comune di Firenze. Da Palazzo Chigi nicchiano: ora sono alle prese con la Finanziaria eppoi come giustificare uno slittamento per la città del Giglio e non per le altre amministrazioni ritardatarie? Certo, la partita in campagna elettorale è anche politica. E soprattutto gli eventuali meriti o demeriti. In attesa di capire cosa accadrà da qui a qualche giorno, Barone è al lavoro per cercare delle alternative che, come ha detto lui stesso, "non gravino sulle spalle dei tifosi". Proprio per questo motivo il direttore generale si sarebbe offerto di intervenire direttamente sul ministro dello Sport Abodi e su Roma per ritardare i tempi di ristrutturazione del Franchi e procedere a step.
Si diceva comunque che il qadro economico ad oggi approvato è di 151 milioni e 308mila euro. Con queste risorse, l’amministrazione comunale prevede di realizzare tutti gli interventi di restauro, la riparazione e il rinforzo strutturale delle strutture esistenti sottoposte a vincolo, compresi la pensilina storica, la palazzina d’onore, la torre Maratona e le scale elicoidali; tutte le opere di realizzazione delle nuove gradinate per Fiesole e Ferrovia, comprese le fondazioni delle cosiddette quattro mega colonne a supporto della copertura; tutte le opere volte a realizzare i nuovi spazi destinati ad atleti e giornalisti radio-televisivi (interventi di ampliamento degli interrati dell’attuale Tribuna coperta); i nuovi servizi igienici in linea coi requisiti normativi; la riqualificazione di tutte le sedute di qualsiasi ordine e tipo, con eccezione di quelle sulla tribuna Maratona. Fuori come detto le coperture della stessa Maratona e della Ferrovia.
Come ricordato nei giorni scorsi qualora dovessero essere ripristinati i finanziamenti complessivi la ditta che si aggiudicherà l’appalto potrà proseguire nella realizzazione dell’opera senza necessità di bandire ulteriori gare.
Emanuele Baldi
Antonio Passanese