EVA
Cronaca

Franco Torrini, il maestro della città d’oro

Eva

Desiderio

Una storia che comincia nel 1369, quando Jacopus Turini de la Scharperia fonda il Casato Orafo della famiglia Torrini inscrivendosi alla Corporazione dei Corazzai, Fabbri e Chiavaioli col suo punzone. Nasceva così un marchio di fabbrica per una gioielleria artistica e preziosa per tecniche e tradizioni che oggi continua con le mani e con il cuore di Fabrizio Torrini, figlio di Franco Torrini, che ne è il direttore creativo. Il suo laboratorio è in via San Gallo, al numero 9 rosso, dove si continuano a produrre gioielli unici e irripetibili. Sulla scia del nobile lavoro e della passione che hanno sempre contraddistinto l’alta gioielleria di Franco Torrini, classe 1934, famoso mecenate fiorentino, fondatore dell’Archivio Museo Torrini che vanta 200 pezzi antichi, anima per tanti anni dell’Unione Imprese Centenarie Italiane (UISI) insieme a un altro imprenditore geniale come Eugenio Alphandery. Torrini poi è sempre sotto lo sguardo attento ed autorevole dell’Osservatorio dei Mestieri d’Arte promosso è finanziato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Tornando a Franco Torrini bisogna ricordare che è toccato a lui chiudere definitivamente le vetrine del marchio in piazza Duomo, per anni e anni faro di eleganza e di bellezza con pochi uguali. Clientela triste per quell’angolo della piazza ormai senza più oro, soppiantato dall’ennesima gelateria per turisti di passaggio. I tempi erano cambiati, correvano i grandi brand del lusso globale che puntavano su un gioiello alla moda, magari prodotto in serie, e si era perso quel rapporto speciale che legava il gioielliere di razza coi suoi clienti, di generazione in generazione. Ora per ammirare da vicino l’oro lavorato secondo le tradizioni etrusche o gli anelli e i bracciali di design moderno della collezione Zero si va nel laboratorio di via San Gallo che ogni volta si trasforma in antro delle meraviglie dove il proprietario Fabrizio Torrini riceve tutti coloro che vogliono vivere una esperienza diretta tra i 4 banchi di lavoro, e poi poter visitare l’archivio della maison nella corte.